mercoledì 11 maggio 2011

Il nostro contributo per il PRIP

La scorsa settimana il Comitato Promotore ha presentato all'Ufficio Affissioni e Pubblicità del Comune le proprie proposte di modifica al Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) approvato dalla Giunta Comunale il 2 febbraio u.s.

Come premessa generale, nelle nostre richieste abbiamo voluto conformarci a quanto fatto dalla Giunta Comunale, che ha approvato un PRIP superando in diversi punti la disciplina vigente (essenzialmente la delibera CC n.37/2009), forte del fatto che il provvedimento dovrà passare in Consiglio Comunale dove quindi l'intera disciplina potrà essere riconciliata.
Abbiamo quindi considerato l'occasione del PRIP per intervenire anche su aspetti della materia, pur non ricompresi nel PRIP stesso, che però a nostro avviso non possono rimanere immutati, pena l'inefficacia complessiva dell'intervento.

Evitando di scendere nel dettaglio delle singole richieste di emendamento ai punti dle PRIP, vogliamo qui rendere note le linee guida che abbiamo seguito ed a grandi linee le modifiche richieste. I punti che seguono le illustrano.

Anzitutto riteniamo necessario che il PRIP venga redatto uniformandosi alla terminologia ed agli schemi usati di solito per i piani urbanistici. Chiediamo inoltre che esso venga reso nella forma più semplice possibile per facilitarne l'applicazione, evitare l'insorgere di contenziosi e permettere un controllo immediato da parte di tutti i cittadini.

Quella su impianti stradali tradizionali è un tipo di pubblicità obsoleta ed estremamente invasiva. Per questo riteniamo che il numero degli impianti e la superficie espositiva debbano essere ridotti drasticamente. Nel contempo, nell’ottica di mantenere o addirittura aumentare il giro d’affari, i canoni di concessione dovranno essere sensibilmente aumentati, in virtù anche del maggior valore che gli spazi pubblicitari acquisirebbero in presenza di una ridotta superficie espositiva totale.
Nell'ottica della drastica riduzione della superficie espositiva totale abbiamo chiesto l'eliminazione degli indici di concentrazione massimi (28 e 32 metri quadrati per 100 metri di strada), permettendo le concentrazioni inferiori, e l'aumento della distanza minima tra impianti da 25 a 40 metri.

Nel documento propostoci il ruolo dei Municipi rimane marginale. Andrebbe invece rafforzato cogliendo l’occasione per modificare l’intera disciplina e attribuendo ai Municipi competenze più forti in tema di controllo del territorio e repressione dell’abusivismo.

Nel PRIP deve essere esclusa esplicitamente ogni deroga ai vincoli paesaggistici ed al Codice della Strada anche se prevista, adeguando le distanze minime fra impianti, dai semafori, gallerie, curve  ecc. ai limiti più severi presenti nel C.d.S. stesso.

Devono essere previste delle norme di attuazione del PRIP che stabiliscano in modo preciso i soggetti preposti alla rimozione degli impianti ed all’adeguamento alle nuove regole. In questo senso riteniamo che debbano essere inserite nel PRIP delle Norme Transitorie di Salvaguardia che regolino il passaggio dall’attuale situazione, alquanto caotica, a quella prospettata dal PRIP stesso con modalità e tempistica precise e stringenti.
Al riguardo abbiamo chiesto che i piani di localizzazione (vale a dire i piani dove viene deciso l'esatto posizionamento degli impianti sulle strade e piazze) debbano essere predisposti entro un anno dalla pubblicazione del PRIP all'Albo Pretorio. Passato tale termine, per le strade e piazze mancati del piano di localizzazione tutti gli impianti verranno considerati decaduti.

Abbiamo chiesto che vengano previsti bandi di gara a livello di ambiti territoriali, dove il vincitore della gara dovrà occuparsi anche della rimozione degli eventuali impianti abusivi e/o  irregolari segnalati dalla Polizia Municipale.

Tra le altre richieste puntuali citiamo:
  • l’impossibilità di derogare ai vincoli paesaggistici e al Codice della Strada anche se previsto,
  • l'eliminazione degli orologi tra i tipi di impianto ammessi,
  • la possibilità di installare nell'area del centro storico individuata dall'UNESCO solo cartelli PPAA destinati a comunicazioni istituzionali e parapedonali di proprietà comunale,
  • l'impossibilità di installare impianti sulla sommità delle edicole,
  • l'impossibilità di installare impianti sui lungotevere entro la fascia di rispetto di 150 mt individuata da PTPR,
  • l’impossibilità di installare alcun tipo di impianto sui lungotevere lato Tevere,
  • L’impossibilità di installare impianti perpendicolarmente al senso di marcia o al marciapiede,
  • l'esclusione della possibilità per i privati di predisporre piani di localizzazione,


Noi contiamo di avere la possibilità di illustrare il merito delle nostre richieste all'Amm.ne Comunale e siamo senz'altro disponibili a discuterle e pronti a rivederle nell'ottica di un intervento finalmente efficace per rimettere ordine in una materia a dir poco ingarbugliata. Fin da ora però chiariamo che vi sono dei punti che noi giudichiamo imprescindibili e tra questi:
  • la necessità di ridurre la superficie espositiva massima (da ridurre anche rispetto al valore teorico di 162.500 mq indicato nel PRIP),
  • la previsione di norme precise e stringenti che regolino il passaggio in tempi certi dall'insostenibile situazione attuale a quella prefigurata dal PRIP.

Chi volesse leggere la nostra proposta integrale, così come è stata ufficialmente presentata al dirigente dell’Ufficio Affissioni in data 3 maggio 2011, potrà leggerla cliccando sul relativo titolo nella parte destra della nostra home page.

5 commenti:

  1. Chiaro, comprensibile, semplice (e speriamo che l sia anche la sua applicazione), alla portata di tutti, persino dei "mezze maniche" del Comune e della Municipale.
    Grazie

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  2. Chiaro. Magari nei prossimi 10 anni avranno
    le energie per approvarlo.

    mafie e corruzioni dietro i cartelloni

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  3. Bene!
    In particolare mi permetto di suggerire un emendamento che preveda "divieto di posizionare impianti a meno di cinquanta metri da ville storiche, parchi urbani e aree protette, giardini pubblici".

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  4. nel frattempo le ditte iscritte alla famigerata lista dei cartellonari sono salite a 403!!

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