mercoledì 16 gennaio 2013

Ambulanti, Prip e plance elettorali: qualcuno se ne accorge. Ecco gli articoli delle ultime ore

Come bacchettiamo la stampa per la sua disattenzione cronica ai temi del decoro, dei cartelloni e dell'ambulantato, oggi - con piacere - dobbiamo dire grazie a quei giornalisti che hanno dedicato alcuni articoli ad una serie di problemi che abbiamo denunciato da tempo.

AMBULANTI IRREGOLARI

Molto interessante la posizione dell'Upvad, l'Unione Venditori al dettaglio, riportata dal Messaggero.

Il 35% del commercio romano è in mano agli abusivi

Un dato che non ci stupisce, ma che dovrebbe allarmare chi ha sempre sottovalutato il problema. Se a Vienna, a Berlino, a Madrid più di un terzo delle vendite avvenisse in maniera illegale, cadrebbero i governi, ci sarebbero inchieste di prima pagina, si registrebbero manifestazioni di cittadini indignati. A Roma, sembra normale che sia così. "Devono campà pure loro" è il leit motiv dei finti benpensanti. E invece stanno uccidendo i negozianti onesti, chi paga le tasse, le aziende di produzione. Hanno devastato il precario decoro di Roma, con angoli da Bangladesh dopo un alluvione. Un disastro senza precedenti.

Questo è il commercio che vogliamo?

PRIP

Per i lettori del nostro sito non è certo una novità, dato che avevamo pubblicato la notizia in anteprima il 4 gennaio scorso, grazie al lavoro dell'architetto Bosi. La Regione Lazio, attraverso il Diparimento Ambiente, ha bocciato il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. Ne ha chiesto modifiche profonde.
Repubblica ne dà notizia in questo articolo che riporta le dichiarazioni di Athos De Luca.
Speriamo che ora il Prip sia tolto dall'ordine del giorno del Consiglio Comunale e ci ritorni dopo aver recepito le modifiche proposte dalle associazioni cittadine.


PLANCE ELETTORALI

Fanno talmente ribrezzo che è inutile aggiungere altro. Il Messaggero se ne è occupato dopo che  questa robaccia di metallo è rovinosamente caduta al suolo, in via Nocera Umbra. Avrebbe potuto schiacchiare un bambino di passaggio, ma per fortuna nulla è accaduto.
In questo post vi avevamo mostrato il confronto con le plance installate a Parigi. Ma qualsiasi altra città al mondo si dota di impianti più decorosi e soprattutto non li pianta in luoghi di pregio. Ecco invece le foto scattate da Cittadinanzattiva nel cuore del Parco di Colle Oppio, area vincolata.

Ruggine, buchi nell'asfalto, plance sostenute da zeppi di legno
Il contrasto tra la plancia e la bellezza del posto non richiede commento

Cittadinanzattiva Lazio ha chiesto formalmente conto alla Soprintendenza ai Beni Culturali se abbia dato il proprio assenso a piantare sta roba a due passi dal Colosseo. Ma che penseranno le migliaia di turisti che passano da lì ogni giorno? Che siamo un paese in rovina, esattamente come le plance comunali.

10 commenti:

  1. Giunta Aledanno. Fate schifo su tutti i fronti. Un disastro mai vista a Roma e in Italia, avete ridotto Roma alla periferia nord della peggiore Napoli. Scappate di corsa ma prima pagate i danni ai cittadini.

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  2. La cosa incredibile, e che dà la misura della loro stupidità, è che il sindachetto e la sua masnada credono davvero di potersela battere alle prossime elezioni.
    So' scemi col botto: bene gli andrà se i cittadini non li prenderanno a calci nel sedere durante la campagna elettorale.
    Comunque c'è qualcosa di profondamente sbagliato nei meccanismi istituzionali. Non è possibile che un minus habens, capitato per sbaglio al governo cittadino con una banda di incapaci truffaldini, venga lasciato libero di devastare la capitale d'Italia senza che nessun organo di controllo o istituzione superiore sia in grado d'intervenire.
    Che bisogna ricorrere ai caschi blu?

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  3. INCIVILI LE PLANCE ELETTORALI CHE BUCANO MARCIAPIEDI E ASFALTO!
    SOLO A ROMA!

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  4. bisogna dire che l'articolo del messaggero parla degli abusivi, noi invece parliamo dell'ambulantato legalizzato, quello che come una piovra si sta mangiando ogni strada, angolo, della città, devastante per la città ma comunque "regolare"..., vedasi cola di rienzo, viale parioli, corso d'italia, viale somalia, via catania, etc., etc,. come direbbe la De Giusti ma regolare de che?, ammesso che le norme consentano questo scempio sono norme profondamente sbagliate.

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    1. e ringraziamo sempre il biondino per questo...

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    2. Ringraziamo anche i presidenti e assessori di municipio che stanno autorizzando migliaia di venditori con il carrello ("itineranti") che si posizionano sulle strade già invase dalle bancarelle autorizzate dal Comune.

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  5. @wanderobo. Hai ragione, ma pensa al dato: solo gli irregolari commerciano il 35% del venduto a Roma. Se ci aggiungi i regolari dei disgustosi mercati di cui parli tu, diventa probabilmente il 60% del commercio. Siccome quasi nessuno di questi paga le tasse, vuole dire che circa la metà del commercio romano evade il fisco. Mentre i negozianti sono costretti a pagare tosap, tarsu, occupazione suolo pubblico, contributi, etc, etc.
    Forse a Monti dovremmo spiegarlo!

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  6. @filippo: sono d'accordo, il punto è che se da una parte gli abusivi siamo tutti d'accordo che non ci devono stare in quanto tali(e quindi prima o poi verranno legalizzati, i merdosissimi mercatini all'aperto sono regolari, nel senso che qualcuno ha concesso una licenza (chissà chi, e chissà per quanto tempo valgono queste concessioni, sarebbe interessante scoprirlo), essendo regolari, come da buona tradizione di roma capitale, hanno acquisito un diritto eterno, quindi nessuno riuscirà mai a toglierli.

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  7. Non esiste un "diritto acquisito" che impedisca il Comune di riformare il commercio su area pubblica, rivedendo il regolamento comunale, portando a scadenza le concessioni/autorizzazioni attualmente in vigore, chiedendo ai proprietari di adeguare i banchi esteticamente, in attesa che si facciano dei bandi ad evidenza pubblica per assegnare le nuove autorizzazioni, almeno per i posteggi "fuori mercato". Come si farebbe in qualsiasi città moderna e civile.

    Solo che qui c'è una lobby, un potentato economico che cerca di far passare l'idea che ci sia un diritto inalienabile ad occupare con sempre più bancarelle il suolo pubblico. Niente di più falso e sbagliato. Non è così da nessuna parte al mondo, tranne che a Roma. Dove i capi del giro si espandono a macchia d'olio, con sempre più banchi e mercatini, in evidente sproporzione alla domanda reale, dove si dà lavoro principalmente ad immigrati che vengono sottopagati a nero, senza perciò una reale incidenza nel tasso di occupazione dei cittadini romani e con un problema di evasione fiscale. I cittadini stranieri devono lavorare? Certo, ma legalmente e senza che questo significhi la totale invasione di banchi e carretti, per far guadagnare loro e, soprattutto, i proprietari delle licenze, che sono diventati più potenti dei commercianti in sede fissa.

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