lunedì 14 gennaio 2013

Ecco i decorosi impianti per le elezioni. E potrebbero anche aumentare...


LUNGOTEVERE DEGLI INVENTORI, OGGI


Intendiamoci: noi siamo per gli spazi legali destinati alle affissioni elettorali. Ma li vorremmo di questo tipo, come a Parigi, dove sono impianti mobili e non invasivi.


Plance mobili e pieghevoli che si adagiano temporaneamente al marciapiede: a Parigi fanno così.


Queste le dichiarazioni rilasciate dall'assessore Bordoni:  

«Mi auguro - afferma Bordoni - che associazioni e partiti rispettino le regole che puntualmente l'Amministrazione dà e che spesso vengono disattese senza distinzione di colore politico. Gli impianti che saranno assegnati sono da considerarsi definitivi, salvo richiesta a norma di legge. Gli agenti di polizia locale del Gssu, del dipartimento Affissioni e dei vari gruppi territoriali saranno inflessibili nell'attività di vigilanza e di sanzione di tutti quei comportamenti che si porranno in violazione della normativa e che prevedono multe fino al 1.032 euro a manifesto». 

«Ricordo che le spese sostenute dall'Amministrazione per la rimozione del materiale di propaganda elettorale abusivo sono a carico in solido dell'esecutore materiale e del committente responsabile dell'affissione - conclude - Il richiamo del Prefetto e le regole imposte dal Campidoglio siano un monito per tutti». 

«È fatta salva, secondo previsione normativa, la possibilità di aumentare il numero di cartelloni sia in base alle liste presentate e ammesse che alle richieste delle associazioni ed organizzazioni che ne faranno istanza nei termini di legge.» 

Quindi, secondo Bordoni, gli agenti del GSSU - reparto di polizia che accerta le violazioni alle norme sulla pubblicità e sulle affissioni - saranno "inflessibili" nell'attività di vigilanza e sanzione dei manifesti abusivi. Noi speriamo che lo siano, resta da capire quale siano i tempi d'intervento e le modalità di coordinamento con le squadre AMA per la rimozione completa dei manifesti dai muri e dall'arredo urbano. Il rischio è che rimangano lì per giorni, se non per settimane.

Bordoni ci ricorda inoltre che le spese per la rimozione dei manifesti sono a carico dell'esecutore materiale e del committente responsabile dell'affissione. Lo stesso dovrebbe avvenire con i cartelloni, ma chissà perché, in questo caso, il Comune ha speso più di un milione di euro negli ultimi 3 anni per effettuare una piccola parte delle rimozioni. Quei soldi, sono stati recuperati dal Comune di Roma?

E infine, a quanto pare, il numero d'impianti elettorali potrebbe aumentare, superando quelli già previsti e in corso d'installazione, che saranno 1400, 700 per le consultazioni regionali e 700 per quelle politiche.

Noi ci chiediamo: avete mai visto nel resto d'Europa un numero così alto d'impianti elettorali lungo le strade delle grandi città? No, vero? E perché solo in Italia e solo a Roma, durante la campagna elettorale, s'invadono le strade con impianti che distruggono il selciato, deturpano le aiuole, rendono la città inguardabile?

Forse perché solo in Italia e solo a Roma i partiti sono convinti che l'unico modo per fare campagna elettorale sia tappezzare la città con milioni di manifesti e quindi, per assicurarsi lo spazio necessario, oltre a pagare gli attacchini per incartare qualsiasi luogo e superficie, lasciano che la cartellonistica sia gestita in modo che ci sia il maggior numero d'impianti a disposizione per la campagne di "comunicazione" elettorale. Anche per questo a Roma, si è permessa l'invasione dei cartelloni pubblicitari.

1 commento:

  1. Come potete vedere gli impianti utilizzati a Parigi NON DEVASTANO MARCIAPIEDI E SEDE STRADALE!

    Solo a Roma si pratica questa usanza incivile.
    Mc Daemon

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