giovedì 28 luglio 2011

Paciello ha scoperto le carte

Come scritto nel post del 14 luglio scorso, la prima riunione della Commissione Commercio per discutere della proposta della Delibera di Iniziativa Polpolare non è andata bene. In quell'occassione abbiamo appreso che fin dall'ottobre 2010 il Dirigente dell'Ufficio Affissioni, Dr. Francesco Paciello, aveva espresso parere negativo alla nostra delibera, tramite un documento ufficiale che potrà essere letto quì.
Invitiamo tutti a leggerlo per poter percepire almeno il grado di imbarazzante sdoppiamento dei ruoli tenuti dallo stesso,  nel trovare le più disparate scuse per dire che la nostra (e vostra) proposta di delibera popolare si fonda su una errata percezione della realtà ed è sbagliata concettualmente perchè non esiste nessun "problema cartelloni".

La risposta del Comitato Promotore è stata consegnata oggi per mano del  Presidente del Comitato Promotore e primo firmatario della Proposta di Delibera Popolare, Fabio Depino, al Presidente della XI Commissione Commercio, ed è riportata integralmente di seguito.

Siamo ben consapevoli che quello che conta sarà il voto che esprimerà in merito l'Aula Giulio Cesare presumibilmente a settembre, ma tutti devono sapere come sono andate effettivamente le cose e che la nostra battaglia continuerà fino in fondo (ed anche oltre).



All’attenzione del Presidente della IX Commissione Commercio
On. Ugo Cassone

         e di tutti i membri della commissione medesima

                                  

Oggetto: considerazioni sul parere espresso dal Direttore del Servizio Affissioni e Pubblicità sulla proposta di delibera d’iniziativa popolare avente come oggetto:modifica della deliberazione consiliare n. 37 del 30 marzo 2009 e degli atti connessi recante modifiche ed integrazioni alla deliberazione consiliare n. 100 del 12 aprile 2006 riguardante il Regolamento comunale recante le norme in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni.” (prot. n. 10532/2010)


Gentili consiglieri riteniamo diritto e dovere del Comitato Promotore della proposta di delibera succitata esprimere alcune considerazioni in merito al parere negativo espresso dal Direttore del Servizio Affissioni e Pubblicità, dottor Francesco Paciello,  in data 21/10/2010 in relazione alla proposta d’iniziativa popolare.
Purtroppo come Comitato Promotore abbiamo avuto conoscenza di tale parere solo in occasione dell’audizione che ci avete accordato in data 13/07/2011 per illustrare la delibera di cui sopra. Prima di allora non sapevamo dell’esistenza di tale documento.
La cosa ci ha stupito e amareggiato considerato che da settembre 2010  più volte abbiamo avuto modo d’incontrare il dottor Paciello. Ci è sempre stato detto in vari incontri dal dottor Paciello, così come dall’assessore Bordoni, che la nostra delibera era di competenza consiliare e non interessava direttamente né l’assessorato né il S.A.P..
In considerazione del fatto che per mesi abbiamo anche collaborato attivamente con il Servizio per verificare la rispondenza sul territorio del 1° Municipio di quanto contenuto nella Banca Dati il comportamento tenuto dal dottor Paciello non ci è sembrato corretto da un punto di vista sostanziale, anche se probabilmente ineccepibile da un punto di vista formale.

In merito a quanto espresso dal dottor Paciello nel suo parere ci sembra che esso sia tutto imperniato nel dimostrare che la situazione attuale della cartellonistica pubblicitaria a Roma, secondo noi e la gran parte dei Romani caratterizzata da caos e degrado, è in qualche modo ineluttabile visti i presupposti legislativi e comunque la migliore possibile in attesa del PRIP.

Nel dettaglio, il direttore del SAP afferma che abrogando la normativa attuale come chiesto nella delibera, si annullerebbero le autorizzazioni a tutti gli impianti pubblicitari esistenti determinando un azzeramento di ogni entrata correlata in bilancio (Punto 2). Quand’anche questo fosse vero rientrerebbe certamente tra gli obiettivi della proposta della delibera in previsione dell’approvazione finale del PRIP. Difatti il PRIP nella versione approvata in Giunta non prevede norme transitorie e non chiarisce come si possa passare dal caos attuale alla situazione esposta nel piano.
Pertanto è’ necessario secondo noi fare tabula rasa anche dei diritti pregressi e ripartire da zero.



Per quanto riguarda la perdita di entrate economiche è singolare che il direttore del SAP se ne lamenti solo in questa prospettiva.
Dall’Indagine  sul settore Affissioni e Pubblicità risalente a gennaio 2011 dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma veniamo a sapere  che per quando riguarda il servizio delle Pubbliche Affissioni, l’analisi condotta dimostra come l’attuale gestione del servizio non sia in grado di assicurare una redditività tale da coprire i costi operativi né di garantire un allineamento degli introiti per abitante della capitale a quelli di altre città metropolitane.
 Nelle Pubbliche Affissioni per esempio nel 2008 a fronte di 454.468 di entrate vi erano 488.862 di costi con una perdita quindi di 34.394 euro. Nel 2009 le perdite erano 100.727 euro e nei primi 6 mesi del 2010 57.739. Questo mentre in altre città esaminate il settore era abbondantemente in attivo (per esempio a Milano nel 2008 le entrate raggiungevano i 2,2 milioni di euro). Secondo l’Agenzia applicando una serie di strategie i ricavi potrebbero variare dai 3,5 milioni di euro ai 7 milioni.
E’ quindi sicuramente vero che il Comune se vuole porre in condizioni di redditività il settore sia delle Pubbliche Affissioni che delle Affissioni Dirette dovrà, perlomeno nella fase di passaggio tra la situazione attuale a quella prefigurata dal PRIP, effettuare degli investimenti consistenti.

Altro capitolo che ci induce a fare qualche considerazione critica è quello relativo alle deroghe al Codice della Strada e al Codice dei Beni Culturale che attraverso la proposta di delibera d’iniziativa popolare vorremmo abrogare. 
Siamo rimasti stupiti nel leggere che l’abrogazione dei commi in questione, relativi alle deroghe al Codice della Strada, avrebbe come conseguenza l’impossibilità di installare la gran parte dei cartelli stante la conformazione del territorio cittadino che presenta una  rete viaria molto fitta e articolata (punto 3 secondo capoverso)!
Crediamo che la sicurezza dei cittadini debba essere preminente sugli interessi economici delle ditte e finanche dell’Amministrazione Comunale. Non sono purtroppo rari gli incidenti determinati da impianti posti lungo le nostre strade in posizione di estremo pericolo.
Preoccupazioni come quella del dottor Paciello crediamo che si commentino da sole.
Ricordiamo inoltre come il dottor Paciello stesso abbia dichiarato in tutti gli incontri che abbiamo avuto con lui che la responsabilità del caos attuale è nella presenza delle deroghe al Codice della Strada e dei Beni Culturali. In questa comunicazione ufficiale incredibilmente si rimangia completamente quanto dichiarato a noi.
Sempre in tema di deroghe nel capoverso 8 e 9 pagina 2 afferma che la permanenza dei cartelloni nelle aree vincolate è condizionata all’assenso degli enti tutori del vincolo.
Purtroppo all’atto pratico sappiamo bene di come, pur privi di questo assenso, ci siano molti impianti in aree vincolate.
Nel capoverso 15 si dichiara che il Servizio Affissioni e Pubblicità sarebbe intervenuto per competenza alla copertura della pubblicità abusiva quale forma di contrasto efficace nei casi ritenuti opportuni. Si tratta di un provvedimento da noi molto invocato ma di cui fino ad oggi non abbiamo riscontrato traccia nella realtà; saremmo pertanto curiosi di sapere quando e in quanti casi sia stato applicato tale provvedimento.

Nel capoverso 18, pagina 2 il dottor Paciello sostiene che il numero di codice identificativo assegnato non è da conformare a quello  di cui all’art. 12 comma 1 bis del Regolamento di Pubblicità in quanto a differenza di quest’ultimo non identifica un’autorizzazione amministrativa dell'impianto bensì esclusivamente una posizione contabile e l’avvenuto censimento dell’impianto.
Se questo è vero allora tutti gli impianti autorizzati, attualmente installati sul suolo del Comune di Roma risultano del tutto inadempienti rispetto a quanto prescritto dal comma 1 bis dell’art. 12 succitato.
Se questo è vero allora non si capisce come faccia il Comune di Roma nel suo sito ad affermare che:  Il Regolamento Comunale sulla Pubblicità (Deliberazione C.C. 37/2009) stabilisce che ogni impianto debba essere dotato di un codice fornito dal Comune di Roma (art. 12 comma 1 bis).
Insomma sull’argomento sembrare regnare la confusione più assoluta confermata dal fatto che la stessa Polizia Municipale  risponde spesso ad eventuali segnalazioni che qualora l'impianto sia dotato di codice identificativo è da considerarsi  regolare.

Nel capoverso 21 il dottor Paciello sottolinea che il meccanismo dell’autodenuncia dell’impianto abusivo non determina in alcun modo un procedimento automatico di regolarizzazione amministrativa dell’impianto. Crediamo che tale concetto andrebbe allora spiegato anche all’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma che nell’indagine sul settore Affissioni e Pubblicità risalente a gennaio 2011 scrive che: “Inoltre la prassi seguita dall’amministrazione per gli impianti non riconducibili a un titolo autorizzativo è stata quella di considerarli autorizzati di fatto in presenza di alcune condizioni come l’identificazione in Banca Dati, la regolarità dei pagamenti, l’esatta ubicazione e conformità al Codice della Strada (con le sue numerose deroghe), e l’assenza di vincoli storici, artistici e paesaggistici.


In conclusione riteniamo che l’approvazione della proposta di deliberà d’iniziativa popolare abbia innanzitutto lo scopo di rendere immediatamente più stringenti e severe le norme del Regolamento Comunale sulla Pubblicità in attesa che si applichi concretamente il tanto auspicato Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari.
Abbiamo difatti timore che, in mancanza di provvedimenti e segnali “forti”, per anni ancora permarrà il caos e il degrado in questo settore così importante per l’immagine della nostra città e per la sicurezza dei cittadini.

Roma 26/07/2011

Per il Comitato Promotore
Fabio Depino

15 commenti:

  1. I nodi vengono al pettine...28 luglio 2011 alle ore 16:28

    Ricordo che una volta il Comitato censurò un commento su questo blog scrivendo testualmente "dare dello zozzo come la merda a qualcuno è offensivo e pertanto censuriamo il commento".

    Sempre della stessa idea??

    RispondiElimina
  2. In linea di principio il Comitato rimane della stessa idea.

    RispondiElimina
  3. Gli insulti e i latrati alla luna servono a poco se non a sfogare temporaneamente rabbia e frustrazione.
    E' il lavoro metodico, instancabile, sorretto dall'amore per Roma e condiviso da molte persone soprattutto, senza leaderini o capi con la verità in tasca,che porterà a risultati certi.
    Ancora e sempre grazie agli "eroici" componenti del Comitato che non si arrendono alla prepotenza, al malaffare, ai nemici prezzolati della Storia e della Bellezza.

    RispondiElimina
  4. PACIELLO, BORDONI E Co. SONO INQUALIFICABILI.

    quello che ne viene fuori è terrificante...

    RispondiElimina
  5. VIA LA MAFIA E I SUOI FIANCHEGGIATORI DAL COMUNE DI ROMA

    RispondiElimina
  6. che cosa ci si può aspettare da chi afferma che le deroghe al Codice della Strada servono perchè altrimenti ci sarebbero troppi vincoli per l'installazione degli impianti e sti cazzi della sicurezza di automobilisti e cittadini?

    RispondiElimina
  7. La maggior parte dei cartelloni a Roma sono illegali ANCHE con tutte le deroghe. E la devastazione è totale. Perciò il ragionamento di Paciello è aria fritta.
    credo che l'argomento utile contro simili pagliacciate sia semmai di ricordare che si configura il REATO di OMISSIONE d'ATTI d'UFFICIO ogniqualvolta il Comune, che ha tutta l'autorità necessaria, non notifica alle ditte pubblicitarie l'ordine di rimozione e/o non esegue lui stesso le rimozioni.
    Una delibera che consenta il 'ricollocamento' di strutture abusive, anzichè la definitiva eliminazione, è poi semplicemente criminale, sempre a mio avviso.

    RispondiElimina
  8. Ho letto ora il parere di Paciello e fa venire i brividi. E' come se dicesse che grazie a leggi, regolamenti, deroghe il problema dei cartelloni a Roma non esiste. E' il migliore dei mondi possibile. Non un accenno ad una necessità di cambiamento, di miglioramento.
    Siamo noi ad essere pazzi e a vedere come un problema una realtà che invece - sostiene Paciello - è perfettamente in regola.
    Ma questa gente si guarda allo specchio al mattino? Ha un pò di amor proprio o hanno venduto la loro anima e messo il loro cervello a disposizione del male?
    Roma non merita questo schifo!

    RispondiElimina
  9. A quando un dossier per la Procura ?

    MAFIE E CORRUZIONI DIETRO I CARTELLONI

    RispondiElimina
  10. Per correttezza di informazione il Comitato Promotore avrebbe dovuto far sapere che ben prima di lui anche il sottoscritto a nome di VAS ha trasmesso al Presidente ed ai membri della IX Commissione Commercio 22 pagine di controdeduzioni ad ognuno dei motivi di critica portati dal dott. Paciello per esprimere il suo parere contrario.

    RispondiElimina
  11. Rodolfo Bosi non manca neanche stavolta di bacchettarci.
    Il presente post ha esclusivamente lo scopo di rendere note le deduzioni del dott. Paciello e la risposta ufficiale del Comitato Promotore in merito a queste.

    RispondiElimina
  12. Ma perché questo Rodolfo Bosi fa a gara a chi ce l'ha più lungo?
    Nessuno gli ha ancora spiegato che non è quello l'importante?

    RispondiElimina
  13. Il mio commento é stato determinato solo dal fatto che per correttezza avevo ritenuto doveroso trasmettere per conoscenza le mie controdeduzioni anche a tutti i membri del Comitato Promotore e mi aspettavo quindi che ne facessero cenno per altrettanta correttezza, come peraltro era già successo altre volte, quando VAS é stata citata sia direttamente in alcuni post che indirettamente nei commenti.
    Metto in risalto che poco tempo fa uno dei membri del Comitato Promotore mi aveva dato il bentornato, proprio in risposta ad un mio commento ricomparso dopo un certo tempo.
    Prendo atto che ancora una volta c'é chi ha voluto scambiare questa mia puntualizzazione per mania di protagonismo, senza minimamente voler entrare nel merito della questione da me sollevata ed avere la curiosità di sapere cosa abbia potuto ribattere proprio chi ha redatto il testo della proposta di delibera di iniziativa popolare: a tal riguardo faccio peraltro presente che il "parere" di Paciello é un atto comunque dovuto da parte sua per competenza e che per altrettanta "competenza" gli si doveva rispondere esclusivamente negli stessi termini tecnici e giuridici, tenendo del tutto fuori dalle osservazioni ogni forma di risentimento peraltro del tutto controproducente agli occhi di chi le riceve.
    Prendo anche atto definitivamente che il blog non é aperto a tutti o quanto meno non tollera certi commenti del sottoscritto, per cui eviterò da oggi in poi di infilarmi nei commenti e di far perdere altro tempo a scrivere sterili repliche nei miei confronti, dal momento che a mio modesto giudizio non servono a niente i commenti che rifiutano il confronto: lascio quindi i membri del Comitato Promotore liberissimi di cantarsela e suonarsela molto bene da soli, come mi aveva già scritto a suo tempo Lorenzo e mi viene nei fatti confermato di nuovo oggi.

    RispondiElimina
  14. Da lettore di questo e di altri blog che si battono contro lo scempio dei cartelloni e le camorre che li gestiscono devo dire che l'impegno dell'arch. Bosi è sempre stato di grande passione e competenza. Poi se risulta antipatico nn lo so ma ci tenevo a dire ciò che ho scritto.
    carlo

    RispondiElimina
  15. @carlo
    L'impegno dell'Arch. Bosi è encomiabile e da tutti riconosciuto.
    Poi essere simpatici o antipatici è una cosa che spesso non dipende dalla competenza che si ha, bensì da altri fattori che chiamerei "relazionali".
    @Bosi
    La sua risposta di 22 pagine è nota ai membri del Comitato, me compreso, perchè gentilmente ce ne ha resi partecipi.
    Personalmente la ritengo ineccepibile in termini tecnico-giuridici, ma sono altrettanto sicuro che porteranno gli effetti desiderati solo se ci sarà la volontà politica di considerarle. Quindi il Comitato tutto, me compreso, ha ritenuto opportuno dare un'altro taglio, se vogliamo più di "rottura", ed ha prodotto il documento riportato su questo post.
    Ritengo sarebbe opportuno, per conoscenza di tutto il popolo anticartellonaro, che le sue 22 pagine di controdeduzioni venissero pubblicate sul blog per il quale abitualmente scrive e sono dispiaciuto e stupito che ciò ancora non sia avvenuto.

    RispondiElimina