martedì 7 maggio 2013

Writers: a Milano li processano, a Roma li considerano artisti. Ecco come si formano le gang di giovani criminali

Due città, due modi molto diversi di affrontare il fenomeno dei writers e dei graffitari. Alcuni ritengono sia un problema minore, una cosa della quale non occuparsi. Invece è tutto il contrario. Le gang, le bande si formano così. A New York negli ann '80, si cominciò a difendere il territorio dai gruppi criminali impedendo loro di marcare il terreno con le firme sui muri.

A Milano stanno facendo la stessa cosa. A Roma invece non c'è una politica, un'idea su cosa significhi imbrattare muri, vetrine, treni, bus, furgoni.



Cominciamo da Milano. Proprio oggi, sei giovani sono stati accusati di associazione a delinquere. Erano tutti componenti della band della Barona e avevano devastato un'intera zona della città. Solo che a Milano i cittadini non stanno a guardare: hanno denunciato, fotografato e Polizia e Vigili Urbani - dopo un'indagine - li hanno acciuffati tutti. In questo video di Corriere Tv eccoli all'opera. Saranno processati perchè - spiega l'Assessore alla Sicurezza del comune di Milano Granelli in questo articolo del Corriere - troppo spesso "sono azioni sottovalutate, considerate una bravata e invece sono frutto di vere e proprie azioni criminali organizzate".

Un qualsiasi muro di Roma

A Roma niente di tutto questo. A Roma ogni spazio è considerato da imbrattare, devastare, taggare. Così si sta lasciando crescere piccole e agguerrite band di giovanissimi che presto diventeranno adulti (in molti casi) criminali.

Nel nostro programma per il decoro suggeriamo alcune soluzioni, tra queste:

1) Un database che associ le tags ai vandali (ciascuna banda ha due o tre firme)
2) Applicazione di protettivi chimici sui muri di maggior pregio
3) Rinforzare la squadra di Ama cancellazioni e estendere la sua attività anche a saracinesche, portoni e cancelli
4) Maggiori controlli nei depositi ferroviari e comunali a difesa di treni e mezzi dell'Ama

E molte altre idee che potete trovare nel programma, cliccando sul link qui accanto. Perchè una città senza tags non è solo più pulita e decorosa. E' anche più sicura.

6 commenti:

  1. Condivido ogni singola riga!!

    Mc Daemon

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  2. 1)è impossibile creare alcun database perchè chi si firma in un modo può cambiare la sua tag quando vuole. poi non esistono bande ma delle crew come le chiamano questi idioti. e poi la maggioranza sono ragazzini manco liceali ma delle medie fomentati dalle mode e da mtv. bisogna cambiare il modo di pensare di questi giovani educandoli al rispetto del BENE COMUNE fin dalle scuole elementari e punire in maniera esemplare.il database scusa ma è veramente una minchiata. qualsiasi archivio sarebbe impossibile da realizzare anche per un taggarolo mitomane.

    2)gli agenti chimici antivernice a volte sono piu tossici delle vernici stesse. sui muri di maggior pregio è invece una frase "classista". chi li decide questi muri? i muri del centro sono piu importanti di quelli di periferia? diamo invece degli spazi agli artisti per riempirli con le loro opere.
    in Brasile per esempio i cavalcavia decorati dagli artisti sono numerosi. e tantissime strade sono decorate.
    qui il grigio è imperante e deprimente. e da spazio "visibile" ai cartellonari. un graffito è sempre meglio di un cartellone. ma attenzione io intendo un murales decorativo e comunicativo.non una serie di scarabocchi e puzzette colorate.

    3)pienamente daccordo. ripulire tutto e subito.

    4)capisco che non ci sono i soldi per le telecamere.ma basterebbe mettere 2 rottweiler nei depositi. dico 2 rottweiler.ma che ci vuole?

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  3. Prima di tutto c'è una sottovalutazione di questo fenomeno, giunto da noi con molti anni di ritardo rispetto alle metropoli USA.
    Poi va detto che anche concedendo muri legali o spazi ci sono sempre gli idioti che imbrattano per sfregio alcune opere anche pregevoli artisticamente dei writer più ispirati(vedi ad esempio gli splendidi "murales" della stazione FL3 Appiano insozzati da insulse tags).
    Non è vero che non si può risalire all'identità di questi soggetti visto che rivendicano le loro prodezze su FB e su loro blog e siti (il blog Romafaschifo ha reso pubblici decine di links).
    Esprimersi è un'esigenza umana.
    Le tags non sono arte o espressione di qualcosa di profondo: SONO PISCIATE DI CANE con cui questi stronzi marcano il territorio.
    Sti patetici guerrieri della notte de noantri.

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  4. All'anonimo dell' 1.28. Grazie per i tuoi commenti. Vorrei precisare alcune cose. Non è vero che è impossibile creare un database delle firme. Le tag servono proprio al riconoscimento e la cosa più difficile per un taggarolo è cancellare la propria identità sostituendola con un'altra firma.
    I muri da proteggere sono TUTTI, centro e periferia. Uno dei punti cardine dell'Associazione Bastacartelloni è che Roma vada tutelata nel suo complesso, a partire dalle periferie. Quando parliamo di "maggior pregio" intendiamo muri di carattere storico (monumenti, palazzi vincolati, etc) ovunque essi si trovino.
    Sui muri dedicati ai writers siamo perfettamente d'accordo. Vai a leggere tutte le proposte che facciamo sull'argomento nel nostro programma (quelle richiamate nel post sono una sintesi).
    Infine sul discorso delle bande: la crew di fatto è una banda. Composta da giovanissimi che crescono con l'idea che in città e sul bene comune tutto sia permesso. E' questo il messaggio da spezzare, perché alcuni di questi ragazzi, quelli più fragili e difficili, si sentiranno attratti dalla criminalità proprio a causa dell'anarchia nella quale crescono. Non si deve sottovalutare il brodo di coltura della malavita. Nasce anche da queste piccole cose.

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  5. 1) i database delle firme sono la regola in tutte le città che combattono seriamente il fenomeno del graffitismo selvaggio, vedi New York e Los Angeles

    http://www.nyc.gov/html/nypd/html/crime_prevention/anti_graffiti_initiatives.shtml
    http://mayor.lacity.org/PressRoom/LACITYP_013809

    tutt'altro che impossibili, dunque

    2) sui muri di pregio quoto Filippo, qui si parla di materiali di valore storico-artistico, ma tutti sanno che Bastacartelloni si batte per la tutela di ogni edificio pubblico e privato, in centro come in periferia, non c'è alcuna distinzione o classifica per noi.

    Comunque, ci sono importanti studi e ricerche a livello europeo sulla protezione dai graffiti:

    http://ec.europa.eu/research/fp6/ssp/graffitage_en.htm

    Anche noi siamo per dedicare spazi pubblici alle opere d'arte dei writers che stanno alle regole. Faccio presente che esiste già un protocollo comunale per gli spazi dedicati ai graffiti legali:

    http://www.urbanact.it/

    Ma come dice Fitz, sono gli stessi writers che imbrattano spesso i murales d'arte concessi dal Comune (vedi ponte ferrovia Ostiense) e perciò ne deriva che il Comune o meglio i municipi devono sorvegliare sul rispetto degli spazi affidati ai veri artisti.

    4) per controlli nei depositi metro e Atac intendiamo una vigilanza con pattugliamenti e telesorveglianza. Cose che SOLO a Roma, chissà perché, non si riescono a fare.

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  6. Idee:
    1) Dotare i treni di economicissimi rilevatori di vapori di vernici "mousetrap" occulti collegati con le sale operative.
    2) Mettere taglie da 500 euro a favore di chiunque consenta di catturare questi idioti da multare severamente anche con il costo della taglia. (immaginate un pensionato quanto sarebbe felice di fare la "guardia" ).
    3) Telecamere inutili inquanto questi girano incapucciati le oscurano o le sfasciano proprio prima dell'azione.
    4) Creazione di un piccolo dipartimento di Polizia dedicato al monitoraggio e schedature di queste merde che spesso ci vengono anche dall'estero a devstare Roma.

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