lunedì 13 maggio 2013

I due problemi del commercio ambulante: abusivismo e gigantismo di quello regolare. Solo che di quest'ultimo, si parla molto poco...

E' quasi una settimana, ormai, che le pagine dei giornali sono piene di articoli che raccontato la piaga dell'abusivismo commerciale, di come questo abbia invaso militarmente le strade, le vie, le piazze di Roma, dal centro alla periferia, trasformando la città in uno sconfinato mercatino abusivo a cielo aperto.

Viale Giustiniano Imperatore

Su queste pagine, avevamo già riportato la denuncia degli ambulanti di Confcommercio: "Il 35% del commercio romano è in mano agli abusivi", qualche mese fa; ora è la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (sempre aderente a Confcommercio) a rimarcare la dose, affermando che nell'ultimo anno il commercio illegale a Roma è aumentato del 120% soprattutto nei settori dell'abbigliamento, accessori e calzature.

Nell'intervista di venerdì sul Messaggero, il presidente di Federmoda, Massimiliano De Toma, a precisa domanda sui sequestri di merce contraffatta e la responsabilità dei singoli venditori abusivi, risponde che il racket si combatte alla fonte con «azioni di intelligence per prendere chi gestisce il business».

Praticamente, la stessa cosa che andiamo dicendo da molti anni e che abbiamo messo nero su bianco nel "programma antidegrado" di Bastacartelloni che abbiamo consegnato ai candidati sindaco (pag. 4-5):

"Qui l’unica soluzione - oltre il controllo del territorio - è colpire chi approvvigiona questa filiera , che ha un’organizzazione industriale, tramite l’individuazione delle figure che coordinano questa struttura e dei magazzini che forniscono tutto il materiale agli ambulanti. Questo necessita però di un vero e proprio lavoro di intelligence, non diversamente dalle attività criminogene più "strutturate"che colpiscono la città."

Sulla stessa linea, l'assessore uscente al commercio, Davide Bordoni: «..solo trasformando il reato da amministrativo a penale qualcosa può cambiare. Non bastano più solo le multe». " 

Da parte nostra, colpisce l'ineffabile "doppiopesismo" dell'assessore Bordoni, che da una parte condanna l'abusivismo commerciale, dall'altra inventa (con l'aiuto del direttore all'Ufficio Affissioni) la sanatoria dei cartelloni abusivi - tramite autodenuncia - che ha permesso l'invasione d'impianti che ha trasfigurato la città, rendendola più brutta e insicura, che noi denunciamo dal 2010 e che rappresenta il vero, indicibile scandalo di questi 5 anni di giunta Alemanno.

Ma ritorniamo a noi e al tema "commercio ambulante" abusivo e non, perché c'è ancora molto da dire e c'entra pure Bordoni (con tutti quelli che lo hanno preceduto, a dire il vero).

Nel mare magnum degli annunci elettorali, delle condanne all'abusivismo, delle paginate di articoli sui quotidiani, si è perso un articoletto uscito qualche giorno fa, che parlava sì di commercio ambulante, ma di quello regolare, autorizzato, legale, in modi e termini che finalmente squarciano un velo d'ipocrisia durato fin troppo:

"Stop alle maxi-bancarelle davanti ai negozi - Federmoda: gli ambulanti regolari non rispettano le regole. E' concorrenza sleale"

Avete letto bene, per Federmoda, insieme al problema dei venditori abusivi, c'è anche quello dei banchi autorizzati ma troppi e invasivi, che occupano i marciapiedi e oscurano le vetrine dei negozi. Leggete qua le dichiarazioni del presidente De Toma, pare di leggere un blog antidegrado:

«Invece si trovano banchi in giro per Roma grandi fino a 6 metri per 3, a volte anche 6 metri per 4. E accanto spuntano anche stand e stendini pieni di abiti, golf, costumi da bagno. Insomma, un suk indegno per una città che si definisca capitale».

«Vedo su viale Ionio o in via Cola Di Rienzo banchi talmente tentacolari che la gente neanche riesce a passare sul marciapiede. E madri col passeggino costrette e fare delle vere e proprie gimkane, pur di non ritrovasi col bambino in mezzo alla strada». 
 
Piazza Enrico Fermi

Sì, perché secondo De Toma le bancarelle di Gulliver sono deleterie anche per i negozi: «che spesso spariscono alla vista della gente con le vetrine coperte da montagne di borse o sommerse da abiti appesi ovunque. strutture enormi che formano una sorta di muro creando un problema di concorrenza». 

Precisa: «Certamente, noi siamo a favore della libera concorrenza, ma bisogna regolamentare il settore: del resto anche per chi apre un'attività in un locale ci sono dei limiti da rispettare: penso alle insegne, alle tende esterne che non devono superare certe dimensioni. E le multe, in caso contrario, sono salatissime». 

De Toma (Federmoda) dice cose giuste, condivisibili e riscontrabili da tutti, quando si cammina in strade occupate militarmente da bancarelle di ogni tipo. Solo che il regolamento da lui invocato, c'è già, ed è proprio quello che permette il caos che ha così ben descritto. Per questo, il regolamento comunale sul commercio in area pubblica (delibera 35/2006) andrebbe riformato, come suggeriamo nel programma antidegrado, in un capitolo che parla dell'invasione delle bancarelle autorizzate in sovrannumero.

Su questo, ci piacerebbe sentire una parola chiara del prossimo sindaco e della sua maggioranza. Perché il vero tema che interessa il decoro, la vivibiltà e il futuro del commercio in città, è senza dubbio la riqualificazione del commercio ambulante romano - scaduto in qualità e fuori controllo - che per le sue caratteristiche attuali, non fa che attrarre i venditori abusivi che si confondono con banchi regolari che assomigliano più a delle tendopoli, che non a moderni chioschi di vendita al dettaglio, come quelli che troviamo in qualsiasi capitale europea.

8 commenti:

  1. Bellissimo articolo. Oggi Romafaschifo parla dell'articolo della stampa inglese sui camion bar. E giustamente scrive che questo malaffare costringe tanti di noi a scappare da Roma. I dati che presentate oggi sono da brivido: un'intera economia sotto lo scacco della mafia di strada. E' tema da provvedimenti di emergenza, altro che decoro

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  2. il vicepresidente della commissione Moda e turismo di roma capitale, Vannini, al momento è impossibilitato ad intervenire perchè impegnato ad affiggere i suoi manifesti abusivi. Che forza!

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  3. Roma e' completamente sobbillata da quantita' indefinibile di bancarelle abusive o non. Non ha eguali in alcuna altra parte del m ondo. Esattamente come per i cartelloni pubblicitari abusivi e/o pseudo abusivi.

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  4. ...^^^volevo scrivere inrealta', cartelloni "pseudo regolari".

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  5. La politica ci campa con questa voluta confusione del concetto di abusivo, inducendo a pensare che il problema siano gli abusivi tout court: il problema, come si dice giustamente qui, è il commercio, non ambulante ma stanziale, di strada: non so come è regolamentato, so solo che fa schifo e sicuramente gestito da pochi per il profitto di pochissimi; so anche che le concessioni (a Roma ogni concessione è eterna, comporta l'acquisizone di un diritto inalienabile) aumentano e vengono date in continuazione.
    Qualcuno che può, non potrebbe fare un accesso agli atti e capire chi, come e quando rilascia queste autorizzazioni? Sono veramente curioso di capire come si svolge il processo.

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    1. wanderobo leggiti la parte del nostro programma relativa all'ambulantato e capirai quanto alcune leggi siano state fatte ad arte per favorire pochissimi e far pagare a tutti noi il benessere di questi pochissimi

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  6. L'invasione barbarica del commercio ambulante e abusivo è da tempo arrivata nel cuore di Roma. E' di pochi giorni fa un'immagine agghiacciante ,pubblicata sul Corriere della Sera, di un'enorme bancarella stracolma di paccottiglia stipata in decine di giganteschi sacchi di plastica azzurra piazzata davanti all'ambasciata spagnola in Piazza Mignanelli.
    Sconfortante passeggiare tra S.Pietro e Castel S.Angelo assediate da un esercito protervo e aggressivo di venditori abusivi di false griffe e paccottiglia, tipo le palline di plastica che si spiaccicano.
    I camion bar sono saliti all'onore della cronaca internazionale per l'ennesimo furto a danno di turisti.
    Sono d'accordo con l'Anonimo delle 10.09: la dimensione del fenomeno è tale che solamente un ENERGICO coordinamento tra politica ( non solo locale), sovrintendenze, magistratura e forze dell'Ordine potrà stroncere questa lurida invasione. La nostra città non può diventare un immensa favela che continua ad attirare disperati da tutto il mondo i quali pur di sopravvivere o fuggire da condizioni di vita ancora più terribili sono disposti a tutto.E' una vera emergenza planetaria, d'accordo..e allora che venga risolta globalmente perché localmente potremo solo "metterci una toppa". Ma non sarà facile perchè avere un esercito di schiavi pronti tutto pur di sopravvivere fa comodo a tanti infami e mafiosi.

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  7. Il sindachetto che ha finito per ridurre Roma ad una cloaca si gioca incredibilmente la rielezione tra qualche settimana. E stando ai sondaggi se la batterebbe anche!?!
    Se il 30% circa dei romani ripone ancora fiducia in questo imbarazzante sindachetto (e in quel 30% ci sono anche "senatori" del calibro di Ripa di Meana), per questa citta' non c'e' piu' speranza.

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