sabato 11 maggio 2013

Chiusa la navigazione sul Tevere, causa degrado. Ci vuole un piano straordinario, il sindaco, i candidati e la Regione Lazio, ci arrivano finalmente.



Lunedì è arrivata l'incredibile notizia: fallisce la navigazione sul Tevere. Colpa dei battelli? No, quelli ci sono. Manca il personale? No, c'è anche quello. Allora quale motivo ha potuto bloccare il trasporto pubblico e turistico sul fiume della Capitale d'Italia? Lo avete già capito: il degrado.


Quell'assurdo, immane, folle degrado in cui versano gli argini del fiume che denunciammo, a blog unificati, nell'ottobre scorso, con un reportage da mozzare il fiato. Una situazione inconcepibile in qualsiasi città del mondo civile, a Roma è una realtà eterna e immutabile da quasi cinquant'anni. Un fiume, le sue sponde, i suoi muraglioni, completamente abbandonati alla mercé di vandali, sbandati, ubriachi e povera gente che si accampa sulle banchine e sotto i ponti, con grave rischio per la sicurezza degli stessi occupanti.


Ponte Sisto

Lo scorso febbraio una bambina rom è morta cadendo nel fiume, vicino alla baracca in cui viveva a Ponte  Testaccio. Una storia di ordinaria ingiustizia, che rischia di ripetersi ancora, visto il numero d'insediamenti abusivi sul fiume.

Lungotevere di Pietrapapa

Altro capitolo, è il degrado causato dalle piene del fiume, che lasciano quintali di rifiuti che l'ente regionale preposto (l'Ardis) ha puntualmente lasciato marcire sulle sponde per mesi a causa della mancanza di fondi. Rendiamoci conto: la Regione non ha (o dice di non avere) i soldi per ripulire gli argini del Tevere. Lasciamo a voi i commenti nel timore di riflessioni populiste che verrebbe da fare sulle spese dei consiglieri regionali, in questi anni.

Isola Tiberina

Ora, finalmente, il sindaco Alemanno, dopo aver speso una fortuna per gli sgomberi dal fiume senza risolvere il problema (i nuclei di persone tornano negli stessi posti) in tutti questi anni, ha capito una cosa: il fiume va sorvegliato ogni giorno, per evitare che nascano nuovi accampamenti. E così ha deciso un'operazione di monitoraggio continuo, in piena campagna elettorale. Propaganda? Anche se lo fosse, la strada, per noi, è quella giusta. Evitare che si riformino gli accampamenti abusivi sulle sponde del fiume, con pattugliamenti a cadenza mensile o settimanale (nei luoghi più a rischio): lo abbiamo indicato in un capitolo del nostro programma sul decoro (pag. 7) che trovate sulla barra laterale del blog.

Ovviamente, vanno promosse politiche di assistenza e inclusione, per gli emarginati e le persone in difficoltà che vogliono essere aiutate. Ma d'ora in poi, non possiamo più tollerare che le sponde del fiume di Roma diventino dei ricoveri clandestini e delle discariche a cielo aperto. Non possiamo permettere che i muraglioni siano interamente coperti dai graffiti e dalle scritte vandaliche. Il Tevere e le sue sponde devono ritornare a far parte di questa città, come ogni fiume di ogni capitale mondiale che si rispetti.

5 commenti:

  1. Hai detto bene "che si rispetti". Non so quanto la cosa ci possa riguardare.

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  2. Roma è stata travolta negli ultimi anni da un immenso tsunami fatto di abusi, prepotenza, illegalità, disperazione e bruttezza.
    Organizzate e potenti le Mafie dell'Economia del Degrado hanno assoldato decine di migliaia di "disperati" per controllare militarmente ogni centimetro quadrato della città.
    Scene da dopo Bomba sono ormai quotidiane e non solo sul Tevere.
    Innumerevoli venditori ambulanti abusivi assediano i monumenti e le stazioni metro sempre più numerosi e in qualche caso aggressivi e petulanti con paccottiglia prodotta da fabbrichette italiane.
    Centinaia di venditori abusivi di fiori, quasi tutti dall'inconfondibile accento partenopeo (che caso eh?) presidano il loro "posto di lavoro" alla luce del sole e solo l'anno scorso hanno provocato la chiusura di 200 negozi di fiori su 2500 a Roma.
    Un assalto famelico di persone che non hanno nulla da perdere e che per sopravvivere sono disposte a tutto, anche a delinquere.
    Le connivenze di organizzazioni "caritatevoli" sono acclarate e la politica dell'emergenza continua giustifica la loro sopravvivenza.
    Sinceramente mi sembra che la situazione sia ormai completamente sfuggita di mano e mi chiedo se davvero sarà possibile restituire dignità e bellezza alla nostra città.
    Già sento le oche del Campidoglio starnazzare di "nazismo" se qualcuno proverà a riportare un minimo di legalità sul Tevere e nei Parchi urbani diventati dimora di migliaia di "recuperanti".

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    1. Sono assolutamente d'accordo.
      Tra le azioni da fare bisognerebbe far capire a chi compera da questi abusivi che così facendo alimenta l'illegalità, la criminalità e il degrado.

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  3. Il sindachetto che pattuglia il Tevere in campagna elettorale conferma solo la sua totale imbarazzante inadeguatezza a governare Roma. Ha avuto 5 anni per fare qualcosa e si è occupato solo degli affarucci suoi e dei suoi sodali.
    Il vero problema è che uno così inadeguato rischia addirittura la rielezione, nel qual caso per la città sarà la definitiva disfatta.
    Non che gli schieramenti avversi diano particolari garanzie di miglioramento, ma premiare colui che ha finito per portare Roma nel baratro del degrado significherebbe che la maggioranza dei romani si è definitivamente bevuta il cervello.
    Città senza speranza.

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  4. Alemanno, Veltroni, Rutelli. Chi più chi meno, ha causato questo. Se il Tevere fosse tenuto come la Senna, il circolo virtuoso che ne deriva non avrebbe mai portato a questo, anche solo con un minimo intervento comunale di manutenzione. Si perchè questa è la parola che fa da contraltare al degrado. Fate un piano straordinario, ma senza manutenzione e senza portare la gente a vivere il Tevere, tra 5 anni saremo ancora da capo. Se almeno i debiti di queste scellerate gestioni fossero andati a qualche buona causa.....

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