Siamo contenti ogni volta che i giornali parlano di cartelloni pubblicitari. Anzi siamo noi a sollecitare la stampa ad intervenire, sollevare il polverone, approfondire lo scandalo senza precedenti che ha investito Roma. Prioritario per qualunque organo di comunicazione - però - è dare un'informazione corretta e completa. Altrimenti è meglio non occuparsene. Cosa che non ha fatto il Corriere della Sera oggi in edicola.
Un articolo dal titolo "Lottizzare i Cartelloni" è nella prima pagina della cronaca di Roma, addirittura nella posizione dell'editoriale. Bernardo Pizzetti, che firma il pezzo, propone di dividere la città in lotti e assegnare a società private la gestione della pubblicità in quei lotti, attraverso bandi di gara!!!
I lettori di questo e altri blog romani faranno un salto sulla sedia. Ma come? Il Corriere e l'autore dell'articolo scoprono solo oggi, 20 luglio 2012, quello che associazioni, comitati, cittadini stanno chiedendo da ormai 3 anni???? Il problema è che la proposta - così come formulata dal Corriere - sembra pure di buon senso e un lettore che non conosce l'argomento (cioè la stragrande maggioranza a causa proprio del colpevole silenzio dei giornali) pensa che sia l'uovo di colombo. Peccato che sia totalmente avulsa dalla legislazione nazionale e locale. Peccato che per arrivare a questo sacrosanto obiettivo, cioè bandi di gara europei che dividano la città in macroaree, occorra prima chiudere la procedura di riordino, poi approvare un Piano Regolatore (Prip) degno, poi i piani di localizzazione e finalmente indire i bandi di gara.
Riordino? Prip? Piani di localizzazione? Cosa è sta roba? Il redattore dell'articolo, Bernardo Pizzetti, dovrebbe saperlo essendo stato il presidente dell'Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali. Quella stessa Agenzia che, sotto la presidenza di Paolo Leon, ha tirato le orecchie al Comune per la sua gestione dei cartelloni; quella stessa Agenzia che ha chieso di modificare il Prip del Comune perchè incompleto, contradditorio. E proprio per arrivare all'obiettivo dei bandi di gara.
Potremmo citare almeno 300 articoli dei principali blog antidegrado romani che chiedono da anni di risolvere lo scandalo cartelloni attrverso bandi di gara. Potremmo citare le lettere che la nostra Associazione ha scritto al Sindaco. Potremmo citare i nostri emendamenti al Prip, il nostro comunicato sul lavoro dell'Agenzia, i nostri documenti programmatici. Sempre abbiamo chiesto di arrivare a bandi di gara per macroaree ma sempre seguendo l'iter necessario per evitare una pioggia di ricorsi da parte delle ditte escluse che bloccherebbe ogni riforma, lasciando la città nel caos attuale.
Dal Corriere della Sera ci saremmo aspettati, accanto all'articolo di Pizzetti, almeno un riquardo con il riassunto della storia di questi anni, della lotta dei cittadini, del groviglio di norme che sono state emanate apposta per lasciare il territorio nelle mani dei banditi. Ogni giornale è libero di pubblicare quello che vuole e come vuole. Ma dal primo quotidiano italiano ci aspettiamo - per rispetto dei propri lettori - un'informazione completa sull'argomento. Ignorare chi sta lavorando con abnegazione sul tema è un atto di pressapochismo che non ferisce noi, ma che lede quel dovere di correttezza di informazione che tutti siamo tenuti ad offrire.
Non un accenno ad anni di lotta, alla delibera di iniziativa popolare che, firmata da 10.000 cittadini, ha ricevuto il voto contrario dell'assemblea capitolina, ai cittadini che da anni combattono contro il muro di gomma delle istituzioni. Nulla di nulla. Viene il sospetto che l'estensore, abbia scientemente omesso il tutto per scavarsi un posticino al sole - magari in un futuro governo capitolino, dove qualcuno dovrà NECESSARIAMENTE mettere ordine a un settore valutamene lasciato senza controllo. In ogni caso, ricordo che a Roma NON esistono cartelloni abusivi, dato che sono tutti censiti tramite una condono permanente che vige nel settore, ottenibile tramite il pagamento di una imposta dal nome CIP. Quale delle 450 (SIC!) ditte autorizzate a installare cartelloni nel territorio dovrebbe farlo abusivamente se ha il pieno incondizionato appoggio del Comune?
RispondiEliminaazz, bell'articolo complimenti! sarebbe curioso conoscere la risposta del Corriere
RispondiEliminaGiustissime osservazioni nel post. Ho letto poi che l'articolo del Corriere della Sera è commentabile a questo indirizzo:
RispondiEliminahttp://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_luglio_20/cartelloni-fondo-pizzetti-2011094284310.shtml
Molto giuste le osservazioni di malaromano. Fosse che l'autore dell'articolo ha tirato fuori questa improvvisa 'competenza' sul tema cartelloni per metterla sul tavolo di Zingaretti. Proviene dalle fila del Pd e dunque un incarico di assessore in una futura giunta.....
RispondiEliminaMa forse stiamo facendo troppa dietrologia. Forse?
Diciamo "Forse", però ci sono dei segnali che non mi convincono: quando dice "numero di lotti tale da evitare posizioni dominanti" come a dire che ogni quartiere, ogni strada, ogni via, diventa lotto aggiudicabile con un bando di gara. Il che sarebbe a dir poco assurdo: uno dei problemi della cartellonistica romana è proprio l'eccessiva frammentazione delle ditte che gestiscono gli impianti e relativa disomogeneità nell'aspetto e formato di questi.
EliminaA Parigi, Madrid, Berlino e in tutte le altre città moderne, hanno risolto il problema dividendo il territorio in pochi settori, assegnandoli per gara alla ditta che fa il progetto migliore. A Parigi le ditte sono 5, a Madrid 3, a Berlino stiamo lì. Con poche ditte, i cartelloni sono ovviamente di meno, sono più curati nell'inserimento urbanisitico, pubblicizzano pochi e qualificati inserzionisti, arredano la città e finanziano i servizi per i cittadini. Non esiste il problema della posizione dominante: la gara la vince chi se la merita e gestisce un'ampia zona della città (1/3, 1/5) con i suoi cartelloni.
L'anomalia romana è che ogni ditta può mettere i cartelloni dove gli pare, anche senza il permesso, senza confine di zona, quartiere, municipio. Tanto poi si "autodenuncia" l'impianto abusivo, paga una tassa come quelli regolari, viene registrato il nuovo impianto nella Banca Dati (quel codice alfanumerico che vedete sulle cornici o sui pali) e l'abusivo diventa qualcos'altro, una specie di autorizzazione temporanea.
Ma la vera differenza è nel numero delle ditte: a Parigi, dicevamo, cinque aziende si occupano di cartellonistica, sono autorizzate a far questo dal Comune. A Madrid sono tre, da quello che sappiamo. A Roma? A ROMA?! A ROMA LE DITTE DI CARTELLONI SONO ALL'ULTIMO CENSIMENTO, TRECENTOSETTANTANOVE (379). CAPITE IL DIVARIO?
A PARIGI, MADRID, BERLINO, POCHE DITTE PER POCHI IMPIANTI PUBBLICITARI, GESTITI PER MACROZONA E TUTTI PRECEDENTEMENTE AUTORIZZATI DAL COMUNE.
A ROMA, TANTISSIME DITTE PER DECINE DI MIGLIAIA D'IMPIANTI PUBBLICITARI GESTITI UNO AD UNO, INSTALLABILI ANCHE SENZA AUTORIZZAZIONE PREVENTIVA, CON LA POSSIBILITA' DI ESSERE AUTODENUNCIATI A POSTERIORI!
Ecco il motivo dell'invasione! Altro che posizione dominante, servono bandi per macroarea (come previsto anche dal Regolamento Affissioni) e poche ditte (massimo dieci) che gestiscano la cartellonistica in città. Quelle più piccole si consorziano se vogliono sfidare le poche multinazionali e poi vinca il migliore.
Forse il Corriere legge e aggiorna: http://vociromane.corriere.it/2012/07/20/alberi-tagliati-lultimo-sfregio-dei-cartellonari/
RispondiEliminaAggiorna? veramente la manifestazione è stata organizzata da NOI e dal Comitato di Quartiere Serpentara. Tanto per essere precisi.
RispondiEliminaSarebbe ora che i giornalisti non si affidassero alle notizie di agenzia così eviterebbero di scrivere macroscopiche inesattezze
Ottima risposta al Pizzetti-AliceNelPaeseDelleMeraviglie!!!
RispondiEliminaAl Corriere ne stanno inanellando un'altra delle loro sulla storia della Serpentara.
Prima ignorano la notizia del taglio degli alberi e della manifestazione. Poi pubblicano un editoriale "lunare" che pero' cita il fattaccio della Serpentara come emblematico della situazione. Quindi recuperano pubblicando online pezzi sulla Serpentara ma mettendo di mezzo Legambiente, che non c'entra nulla, ed ignorando Basta Cartelloni, che invece ha organizzato la manifestazione insieme al comitato di quartiere.
C'e' da sperare che la caporedattrice sia in ferie, che almeno questa volta ha un alibi (non lo aveva quando hanno bucato totalmente la storiaccia del locale dei Banchi Vecchi).
Chi scrive al direttore De Bortoli? Lo faccio io da quaggiu'?
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RispondiEliminaAbbiamo scritto alla redazione romana del Corriere e alla caporedattrice Fregonara, cercando di spiegarle che se si vuole dare un'informazione corretta i lettori devono capire di cosa si sta parlando. E abbiamo anche chiarito che la manifestazione della Serpentara è stata organizzata dalla nostra Associazione e dal Comitato di Quartiere e non da Legambiente. Quest'ultima è solo una precisazione e ci interessa meno. Quello che ci sta a cuore, invece, è che i lettori del Corriere riescano a capire che c'è in gioco il futuro della città. E che proposte come quella di Pizzetti si possono fare purchè inserite nel contesto romano e nella realtà dei fatti.
RispondiEliminaCome cittadino che ritiene di essere ancora in uno Stato di diritto, prima ancora che come rappresentante di una associazione ambientalista che è portatrice di interessi diffusi, non posso accettare nella maniera più assoluta che il sig. Bernardo Pizzetti ritenga evidente che “il meccanismo che parte dalla concessione di singoli spazi e transita per la verifica ed il controllo del territorio e della legalità con conseguente rimozione e sanzione, è definitivamente e, forse, irrimediabilmente inceppato” per giustificare che “la situazione è ormai matura per immaginare un altro genere di meccanismo”, assegnando di fatto ai privati la gestione dell’impiantistica romana.
RispondiEliminaFaccio presente anzitutto al sig. Pizzetti che la causa dell’inceppamento del meccanismo, per lui definitivo ed irrimediabile, è imputabile non tanto alle regole che il Comune si è dato e che vanno caso mai corrette e comunque migliorate, quanto a chi le regole dovrebbe rispettarle e farle rispettare, a partire dal Direttore del Dipartimento Regolazione e Gestione Affissioni e Pubblicità, per passare attraverso il Presidente della Commissione Commercio e l’Assessore alle Attività Produttive, per finire con il Sindaco in persona, che prima o poi dovranno rendere conto del loro operato ed assumersi le rispettive responsabilità presso le sedi opportune: il mancato rispetto della legalità che è stato fin qui registrato non può giustificare nella maniera più assoluta una dichiarazione di “default” in generale, specie se finalizzata ad instaurare uno stato di diritto diverso, per non dire addirittura antidemocratico.
Metto in evidenza al sig. Pizzetti che il meccanismo delle regole è inceppato anche e soprattutto proprio su quella che lui considera la “novità” rivoluzionaria di affidare la gestione della pubblicità sul territorio agli stessi imprenditori del settore: se prima di scrivere l’articolo si fosse andato a rileggere il vigente Regolamento comunale, il sig. Pizzetti avrebbe saputo che “il comune procede al rilascio della autorizzazioni previa gara pubblica per ognuno dei quattro lotti territoriali” in cui deve essere suddiviso il territorio comunale (art. 7, comma 2) e si sarebbe accorto di avere scoperto l’acqua calda con la sua ipotesi, che peraltro ignora che a Roma la durata della gestione degli impianti tramite le “autorizzazioni” non è triennale, ma quinquennale, per di più rinnovabile una sola volta per altri 5 anni.
(per esigenze di spazio continua nel commento successivo)
(Seguito del commento precedente)
RispondiEliminaAvrebbe soprattutto “scoperto” che per poter indire i singoli bandi di gara il Consiglio Comunale deve approvare dapprima il “Piano Regolatore degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari” (PRIP) e subito dopo i Piani di Localizzazione (artt. 19 e 20) quanto meno per i 4 lotti territoriali in cui sarà divisa Roma: a lui che è convinto che un certo numero di “lotti” serva per “evitare posizioni dominanti” mi sento di chiedere se sia a conoscenza delle “Associazioni Temporanee di Imprese” (A.T.I.) che potrebbero spartirsi il mercato concordando il cosiddetto “cartello”.
Ma forse il sig. Pizzetti è perfettamente a conoscenza del PRIP che così come adottato dalla Giunta Capitolina a febbraio del 2011 consente di redigere i Piani di Localizzazione anche a quelli che lui chiama “gli stessi imprenditori del settore”, perché con la sua ipotesi - sulla sola base di “regole della gara” dettate dal Comune – verrebbe affidata ad essi la gestione degli impianti pubblicitari ed assicurata addirittura una “maggiore sicurezza dei ricavi (la superficie pubblicitaria complessiva potrebbe essere anche maggiore dell’attuale)”, nella pia illusione che in tal modo “la città nel suo complesso inizierebbe ad avviarsi verso un cammino di rispetto per sé stessa che a sua volta attiverebbe una spirale positiva di decoro urbano”, fatto naturalmente di un numero di cartelloni ancora maggiori di quelli attuali.
La domanda finale che scaturisce dalle suddette considerazioni è: “cui prodest” ?
A chi giova maggiormente un articolo del genere: ai cittadini ed al decoro della città oppure piuttosto agli imprenditori del settore ?
Lascio a chi legge la risposta.
Abbastanza assurdo che anni di battaglie e proposte da parte di associazioni e cittadini siano state completamente omesse, nemmeno un accenno, una virgola, un parola. Ma, magari, l'estensore dell'articolo ha vissuto su Saturno e poi, un giorno, tornando in città, l'ha scoperta invasa di cartelloni. Credo proprio abbia ragione l'arch. Bosi: si vuole lanciare una scialuppa (o meglio un transatlantico) di salvataggio alle ditte del settore oramai, invise - per comportamenti a dir poco spregiudicati - da una buona fetta di popolazione.
RispondiEliminapienamente d'accordo con gli ultimi commenti e l'analisi dell'Arch.Bosi. Non è strano che ora da uno dei quotidiani maggiori del paese un giornalista improvvisamente si mette a consigliare su piani regolatori, leggi e bandi di gara che neanche conosce? dobbiamo guardare con sospetto al Corriere?
RispondiEliminaEppure il Corriere sapeva benissimo che la manifestazione l'aveva organizzata l'Ass.ne Bastacartelloni con il Cdq Serpentara, perchè contunuare a propugnare notizie false come l'organizzazione di Legambiente ? E Pizzetti non sa che c'è gente che si sbatte da tre anni contro questo scempio, e le proposte sono pronte nero su bianco, ma che il Comune fa solo gli interessi propri e dei suoi amici ? Pizzetti sveglia su, informati invece di chiamare il Call Center del Comune, ma che risposte ti aspetti, ma per favore....
RispondiEliminaQui un altro articolo...
RispondiEliminahttp://vociromane.corriere.it/2012/07/20/alberi-tagliati-lultimo-sfregio-dei-cartellonari/
su Repubblica si legge che l'ha organizzata Cartellopoli (niente contro di loro che non hanno colpa) su Corriere che l'ha organizzata Legambiente (anche Legambiente credo non abbia colpe in questo caso) ma che cazzo di giornalisti abbiamo in Italia?? poi non ha ragione Grillo? buffoni, incapaci persino di copiare!!
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