martedì 3 luglio 2012

Ecco cosa è stato fatto a New York e cosa non si fa a Roma: il nostro reportage dalla Grande Mela (prima parte)

Immaginiamo le obiezioni di alcuni lettori: "Eh ma paragonare Roma a New York non è possibile....hanno una storia troppo diversa......", etc, etc. E invece no. E' proprio New York  la città da prendere ad esempio: nei primi anni '90 era allo sbando ancora più della Roma di oggi, con 2mila omicidi l'anno, interi quartieri infrequentabili. La polizia (proprio come a Roma oggi) aveva smesso di perseguire i piccoli crimini e i comportamenti sociali definiti 'disordinati'.

La politica della zero tolerance di Rudolph Giuliani ha cambiato il volto della metropoli. Basandosi sulla teoria delle finestre rotte, Giuliani ha cominciato a colpire i graffitari che devastavano i muri, i lavavetri ai semafori, i venditori abusivi, chi non pagava il biglietto in metropolitana, i tassisti scorretti, i pedoni che attraversavano col rosso e così via. Il sindaco ha capito che se avesse rotto l'asse che lega il degrado umano a quello urbano, avrebbe cambiato il volto della città. E così è stato: in pochi anni a New York i reati violenti sono diminuiti del 75%, i crimini in generale del 56%, gli omici del 66. New York oggi è una delle città più sicure d'America, a livelli di paesini dell'Idaho.

E l'immagine che se ne ha, girando per le strade, è di un luogo pieno di vita, in continua crescita, dove non regna la legge del più forte e del più arrogante. E' esattamente la ricetta che andrebbe applicata a Roma.

Basta Cartelloni vi racconta la New York di oggi in due puntate: non vi mostreremo i grattacieli, i panorami splendidi, le boutique. Ma cosa dobbiamo copiare e dove anche loro hanno sbagliato. Una fotografia della grande mela scattata a modo nostro, con gli occhi puntati al degrado e alla rinascita della nostra povera Roma.

                                                                 PUBBLICITA'

Cominciamo dal tema che più ci sta a cuore: la pubblicità esterna. Inutile dire che i cartelloni stradali sono pochissimi e dislocati nelle periferie. Nelle zone centrali di Manhattan non esistono 1x1, impianti su pareti cieche e robaccia del genere. Nel mondo contemporaneo i propri prodotti si reclamizzano su internet, sui giornali. Ecco le uniche forme di pubblicità esterna permesse a New York

Incredibile ma le cabine telefoniche esistono ancora e ospitano pubblicità
Dislocate in luoghi sicuri, non sono pericolose e relcamizzano prodotti di qualità
Le entrate della Metro ospitano schermi a led con pubblicità variabili: ingegnoso e gradevole
Per i taxisti che offrono prezzi bassi, è una fonte di guadagno in più
Gli 1x1 non esistono! E così c'è chi si ingegna con metodi più 'umani' :-)

Solo a Times Square sono ammessi cartelloni luminosi. Anzi i palazzi che affacciano sulla piazza hanno l'obbligo di proporre pubblicità. Potrà essere discutibile, ma certo non lascia indifferenti. Al tramonto si resta quasi storditi dalla quantità di luci.


Uno scorcio notturno di Times Square

Il voto di Basta Cartelloni sulla Pubblicità: Roma 0, New York 8


                                                        ARREDO URBANO

Non te lo aspetteresti ma oggi New York è da prendere ad esempio per la qualità dei suoi arredi e per la manutenzione della gran parte delle strade. Intendiamoci, sacche di degrado restano (ne parleremo dopo) e accanto a vie ben tenute, ci si può imbattere in vicoli lerci e puzzolenti. Ma l'insieme è assai positivo e non ha nulla a che vedere con le immagini dei film polizieschi anni 80 che mostravano una città degradata e squallida.

Moltissime le fioriere ai bordi delle strade per delimitare piste ciclabili e marciapiedi
Tanti piccoli giardinetti con tavolini dove ci si può sedere a mangiare il proprio cibo o a leggere
Le aiuole sono spesso curate dalle associazioni di quatiere che le difendono con i denti!

Un aspetto davvero interessante sono le cosiddette 'partnership di strada'. Si tratta di organizzazioni no-profit che gestiscono spazi pubblici: offrono gratuitamente diversi servizi ai cittadini (pulizia, fiori, cestini, etc) e in cambio affittano piazze, strade, giardini per eventi, manifestazioni culturali, mercati temporanei. Più la zona è attraente (e dunque ben tenuta), più attirerà eventi e la partnership potrà avere risorse per garantire migliori servizi. Guardate per esempio il sito della 34th strada. E come viene tenuta l'area.

Su ogni cestino, il logo e addirittura la struttura composta dal numero 34 montato a mosaico

Abbiamo visto numerosissimi addetti alle pulizie curare la zona con attenzione
C'è addirittura la gara a chi realizza il cestino più bello: qui quello di Herald Square

Un'altro cestino: quello della Grand Central Partnership

Il voto di Basta Cartelloni sull'arredo urbano: New York 9 (almeno per l'inventiva e la novità),
Roma 4


                                                               BANCARELLE

E veniamo ad un aspetto devastante per Roma e assai critico anche per New York. Sulle bancarelle, la metropoli americana sta messa male. Non come Roma, intendiamoci, che resta caput del disgusto ambulante, ma comunque la città è spesso ostaggio di puzzolenti venditori di ciambelle fritte e souvenir dal dubbio gusto.

Il marciapiede invaso: una scena molto simile a Roma
Sfilza di ombrelloni per proteggersi dal sole: venditori autorizzati?? Mah
Perfino davanti il magnifico Guggenheim Museum di Lloyd Wright: questo non ci voleva!
Tanti e osceni i camion bar: magari non saranno tutti della stessa famiglia ma.........

Il voto di Basta Cartelloni sull'ambulantato: New York 4      Roma 1


Segue nel prossimo post

3 commenti:

  1. Capitale del Malaffare3 luglio 2012 alle ore 17:40

    Invece a Roma abbiamo i "centurioni" che pretendono di imporre la legge del più forte e aggrediscono i vigili con il plauso demente di alcuni tiraccampà locali.
    Capitale degli abusi e della prepotenza.
    Fogna di degrado e regno di camorre e malavite di tutto il mondo.
    Una giunta comunale da operetta, degna di un paese di narcos e con personaggi al confine con la malavita organizzata che tenta miserrimi colpi di mano per stravolgere la già compromessa vita urbana.
    Ma veramente ce la faremo a cambiarla?
    Mah!

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  2. diciamo che l'unico problema sono le bancarelle, tutti gli altri della lista ce li ritroviamo solo qui

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  3. Il problema delle bancarelle non è lontanamente avvicinabile a Roma, dove ogni quartiere ha decine di postazioni che occupano vie, piazze, strade di collegamento con le stazioni.

    A New York, si può dire, il classico banchetto degli hot-dog (non il camion bar dell'ultima foto) è parte del folklore del posto, anche se andrebbe ripensato anche lì.

    L'arredo urbano, invece, rappresenta l'orgoglio di città come New York che sono evolutissime dal punto di vista estetico, mentre a Roma e in Italia, siamo rimasti alla produzione di manufatti anonimi, senza il minimo abbellimento, che vengono danneggiati presto e mai più sostituiti.

    Un'altra cosa che fa invidia, oltre alla qualità generale dei lavori pubblici, è la spinta civica delle associazioni di quartiere che tengono fortemente alla pulizia e la bellezza delle strade in cui vivono e se ne occupano DI PERSONA.

    A Roma, invece, l'atteggiamento è ben diverso: i comitati di quartiere, il più delle volte, reclamano e basta e chiedono solo interventi alle istituzioni, peraltro inefficienti, senza mai rimboccarsi le maniche, dando una mano alla gestione ordinaria degli spazi pubblici.

    Figurarsi, poi, di chiedere al cittadino romano di preoccuparsi dell'aspetto del proprio palazzo e della propria strada:

    "ASPETTO? E CHE 'N PALAZZO O 'NA STRADA DEVONO ESSE BELLE? E MICA STAMO IN CENTRO!"

    Ecco perché l'80% degli edifici e delle strade a Roma è pieno di graffiti, scritte politiche, manifesti, rifiuti abbandonati, cavi penzolanti delle antenne, etc. etc.

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