lunedì 22 dicembre 2014

Portare a scadenza le licenze delle bancarelle è indispensabile non solo per il decoro ma anche per l'economia di Roma

Un suk sulle banchine della Stazione Termini

Torniamo a parlare del commercio ambulante a Roma. Non una risorsa come in altre città, ma una ipertrofica massa che cresce e uccide. Uccide i negozi di vicinato (che stanno scomparendo), devasta il decoro e rende impercorribili i marciapiedi di tutte le vie dello shopping romano, delle fermate dei bus, delle piazze storiche.

Durante l'incontro tra il Sindaco e i blogger abbiamo lanciato la nostra proposta: portare a scadenza le licenze del commercio ambulante e riassegnarle in numero minore a chi vincerà uno o più bandi di gara, garantendo una filiera sana (non prodotti contraffatti e di scarsa qualità), un decoro accettabile e delle postazioni definite e ridisegnate.

Marino ha accolto con favore l'idea. "Temo che avrei di nuovo la piazza del Campidoglio invasa per le proteste degli ambulanti" ha detto, ma questo non lo deve spaventare, anzi è segno che sarebbe la cura giusta per estirpare la massa malata. Il sindaco-chirurgo, insomma, ha l'occasione di guarire la città da un cancro che finora tutti hanno provato a curare solo con l'aspirina.

Guardate le foto qui sotto, siamo in viale Giulio Cesare. La tripla fila di auto è una costante così come i furgoni magazzino con i gruppi elettrogeni inquinanti, l'ampio marciapiede ridotto ad un budello. La merce esposta è frutto di un cartello di distribuzione che fa capo solo ad una o due famiglie. Quasi niente è prodotto in Italia, nulla valorizza l'artigianato, il made in Italy. I venditori sono quasi tutti stipendiati dalle stesse famiglie, senza diritti, senza tutele contrattuali. Una moderna forma di caporalato, esentasse e senza controlli.

Viale Giulio Cesare

auto e furgoni in tripla fila

A pochi metri i commercianti "tradizionali" quelli che pagano l'affitto per i loro negozi, che sono sottoposti a registratori di cassa, controlli della Asl, tassa per l'insegna, Irap, Tasi, che impiegano commessi con contratti regolari stanno morendo. Il cancro delle bancarelle uccide loro per primi, schiacciati da una concorrenza sleale che nessuno potrebbe reggere.

I numeri parlano chiaro

AMBULANTI: 11.589 licenze per la vendita su area pubblica di cui 2.448 per posteggi come camion bar, caldarrostai, urtisti. Più 2.701 licenze per posteggi itineranti.

NEGOZIANTI: secondo uno studio di Confesercenti a Roma, negli ultimi due anni, hanno chiuso in media 1.390 attività commerciali ogni 4 mesi. Di queste ben 790 erano "botteghe di vicinato".  Poiché ogni negozio impiega mediamente 3 addetti, ogni quattro mesi si perdono 5.560 posti di lavoro che equivalgono a 16.680 in un anno.
Sempre Confesercenti prevede che - se non si prederanno misure adeguate - entro il 2043 a Roma il commercio di vicinato sparirà completamente.

Via Cipro, fermata metro A

Ecco allora l'urgenza di intervenire. Le cose da fare sono tre:

1) Subito una Banca Dati Pubblica: si rediga un piano dove sono indicate chiaramente le aree temporanee dove è permessa la sosta degli ambulanti. Vengano poi tracciate sull'asfalto strisce colorate entro le quali i banchi devono essere contenuti. Chi non rispetterà queste disposizione sarà automaticamente escluso dalla possibilità di partecipare ai bandi futuri

2) Si portino a scadenza le licenze degli ambulanti, così come è stato fatto per i cartelloni. Occorre dunque riformare l'articolo 3 del Regolamento sul Commercio in area pubblica (delibera 35/2006) che prevede il rinnovo automatico delle autorizzazioni/concessioni ogni dieci anni.

3) Una volta portate a scadenza le licenze, si indìcano dei bandi di gara per assegnare le postazioni in un numero infinitamente minore, in luoghi scelti dal Campidoglio, ad esempio i mercati rionali che altrimenti moriranno in poco tempo, piazzali e aree dove non intralcino la circolazione e non oscurino i negozi. Prevedendo per i vincitori stand esteticamente gradevoli e privilegiando la vendita di merce di qualità, km 0, prodotta artigianalmente.

Via Magna Grecia

Si tratta di una battaglia difficile, lo sappiamo bene, che incontrerà resistenze molto forti e radicali. Si tireranno in ballo la scusa dei posti di lavoro (ma abbiamo appena dimostrato che è tutto il contrario, che questo tipo di bancarelle provoca solo disoccupazione); la crisi economica che spinge le famiglie a comprare prodotti economici (ma una bancarelle dignitosa non deve necessariamente essere cara).

Se il Sindaco e la giunta riusciranno a metter mano a questo bubbone, verranno ricordati come coloro che cambiarono la città. Non è facile, ma per passare alla storia occorre tanto coraggio.

FG
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8 commenti:

  1. chapeau! un post semplicemente perfetto!
    altro che fori imperiali e tridente: se il sindaco intraprendesse la strada da voi disegnata verrebbe ricordato per sempre come lo fu giuliani a new york con la sua "tolleranza zero".
    forza sindaco, daje!

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  2. Assolutamente d'accordo con quanto scritto. Le bancarelle ad oggi sono troppe a Roma e sono esteticamente vergognose oltre ad intralciare il passaggio sui marciapiedi, è corretto dire che deturpano il paesaggio(proprio come i cartelloni, i pali e le serrande infestati di adesivi, le scritte sui muri e i camion-bar). I furgoni che sostano in quinta fila o "a pettine" dove la sosta sarebbe prevista "in linea" inoltre creano problemi di circolazione e favoriscono il posizionamento di auto o altri mezzi in sosta selvaggia, per non parlare di furgoni perennemente in sosta sulle fermate del bus o in strade con divieto di sosta e fermata.

    Sarebbe virtuoso creare dei chioschetti in ghisa tipo quelli delle edicole che vendessero merce tipica della città e certamente ridurne il numero. Oppure attrezzare dei mezzi caratteristici tipo Ape Piaggio che cucinassero street food di qualità sul momento, il tutto rigorosamente con licenze limitate. Basta caos, basta degrado e basta con queste potenti famiglie che lucrano sul fascino e sulla storia di Roma senza alcun diritto!

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  3. A me sembra un programma di governo. spero che marino sia in grado di capirlo. è un pochino stupidino forse ma se fa pulizia dei mercatini schifosi che sono ovunque diventa il mio idolo

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  4. Mettiamoci pure che su questa cosa sarebbe ora che si facessero sentire finalmente anche le organizzazioni di categoria dei piccoli commercianti, quelli che stanno soffocando sotto l'esplosione delle straccerie su strada. Ancora un po' e non ci sarà più nessuno da rappresentare.

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  5. Associazione Bastacartelloni-Francesco Fiori23 dicembre 2014 alle ore 13:55

    Le associazioni di categoria? Magari si svegliassero e cominciassero a denunciare l'invasione dei banchi regolari. Ma purtroppo verrebbero meno agli interessi di una fetta dei loro iscritti.... Non è un caso che i loro proclami sul calo dei consumi sono improntati alla retorica dell'abusivismo-unico problema tanto cara agli ambulanti sindacalizzati che la ripetono come un mantra. Per oscurare il tema delle bancarelle legali. Che infatti, per loro, non esiste! Se fosse per le associazioni legate a Confcommercio e Confindustria, il numero dei posteggi non va diminuito, ma aumentato!!!!! non ci credete? Andatevi a rileggere la piattaforma sindacale degli ambulanti:

    http://www.bastacartelloni.it/2014/10/da-oggi-gli-ambulanti-scendono-in.html

    Sono tutti per la proroga delle concessioni. E chiedono il rilascio di nuovi permessi!

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  6. Post interessante ed esaustivo.
    Aggiungo questa considerazione che riguarda la salvaguardia della SALUTE PUBBLICA di chi acquista Abbigliamento da bancarelle tipo quelle delle foto: Roma è città notoriamente inquinata tanto che spesso è interdetta la circolazione ai veicoli inquinanti.
    Quei capi di ABBIGLIAMENTO ( ma questo vale anche per altri prodotti) vengono ESPOSTI per centinaia di ore allo SMOG e alla SPORCIZIA di ogni genere che finisce per impregnare i tessuti dei vestiti e poi si trasferisce sulla ns pelle. Come mai l'Ufficio d'igiene e altri enti preposti alla salute pubblica non intervengono??

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    1. Bastacartelloni - Redazione24 dicembre 2014 alle ore 19:12

      Oltre a quello che scrive giustamente l'anonimo delle 16.06 consigliamo di andarsi a rileggere un nostro articolo sullo smaltimento dei rifiuti prodotti da merce contraffatta. In alcune zone di Italia il cancro è cresciuto del 300%. Pensiamoci prima di comprare certi prodotti sulle bancarelle
      http://www.bastacartelloni.it/2013/07/acquistare-merce-contraffatta-sulle.html

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  7. A proposito del SISTEMA bancarelle romane dobbiamo tenere conto che è un sistema strutturato per EVADERE IVA e favorire la pratica del LAVORO NERO.

    A monte di questo sistema ci sono GROSSISTI/distributori che vendono merce tutta a nero SOTTO GLI OCCHI della Guardia di Finanza e degli altri organi delle Stato preposti al rispetto delle leggi.

    Questi FIUMI di merce venduta in modo illegale alimentano anche le decine di migliaia di venditori abusivi che tutti i giorni battono le strade di Roma con effetti non meno DEVASTANTI sulla vita dei piccoli e medi negozi gestiti (o che potrebbero essere gestiti) nel rispetto delle Leggi.
    Anche a Roma il rispetto della legalità e delle regole di convivenza civile è la vera CHIAVE per poter sperare in un mondo del lavoro sano e quindi un futuro migliore per i ns figli.

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