mercoledì 28 agosto 2013

Lettera aperta a Stefano Dominella: bene la lotta al commercio abusivo. Ma non dimentichi i banchi "regolari"

Bella l'intervista a Stefano Dominella, responsabile Unindustria per la moda e guida del marchio Gattinoni, pubblicata sul Corriere della Sera lo scorso 19 agosto. Ma alle giuste osservazioni di Dominella secondo noi manca qualcosa. Lo avevamo contattato durante la campagna elettorale e si era dimostrato sensibile alla lotta al degrado e all'abusivismo. Ecco allora alcuni suggerimenti amichevoli.



Caro Dominella,

siamo con lei quando sul Corriere della Sera denuncia che Roma è ormai un suk. Siamo con lei quando segnala che in nessun'altra capitale accade una cosa simile, di essere letteralmente accerchiati da nugoli di venditori abusivi che smerciano oggetti di qualsiasi tipo. E condividiamo pienamente la battaglia per tutelare i marchi storici del "made in Italy". Oltre 3 miliardi di euro di fatturato in meno ogni anno, significa meno posti di lavoro regolari, meno tasse pagate allo Stato, meno tutela della salute. Sì c'è anche il problema della salute perché per realizzare una borsa o un paio di scarpe contraffatte vengono smaltiti illegalmente collanti, pellami, solventi che provocano il cancro. Ne avevamo parlato in questo articolo alcune settimane fa.

Secondo la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (aderente a Confcommercio) nel 2012 a Roma il commercio illegale è aumentato del 120% soprattutto nei settori delle calzature, accessori e abbigliamento.

Ma vede Dominella, a Roma il problema è complicato dal fatto che non è solo l'esercito degli abusivi a rendere la città un suk. Nella capitale di Italia c'è la più alta concentrazione di bancarelle e ambulanti "regolari". Le virgolette simboleggiano quello che per noi è una delle questioni più serie da affrontare. Il Comune ha inopinatamente autorizzato licenze per la vendita ambulante a migliaia di oscene bancarelle che sostano su tutte le vie commerciali della città, causando un danno al decoro senza precedenti e contemporaneamente uccidendo il commercio regolare. Banchetti illuminati da violente lampade a basso consumo, con inquinanti gruppi elettrogeni e camion in doppia fila che fungono da magazzino, sono le scene più comuni su via Cola di Rienzo, viale Marconi, via Tuscolana, viale Somalia solo per fare qualche esempio. Camminare su questi marciapiedi è diventato impossibile non solo per i disabili ma per tutti.

E contemporaneamente il commercio sta morendo, ucciso da una concorrenza sleale. Quasi 1.400 negozi chiudono ogni 4 mesi a Roma. Significa 4.200 attività in meno ogni anno. Poiché ogni negozio impiega in media 3 addetti sono 16.600 posti di lavoro in meno.
Il presidente di Federmoda De Toma ha più volte denunciato il danno provocato da bancarelle tentacolari di 6 metri di lunghezza che sostano perennemente davanti i negozi regolari. "Accanto spuntano stend e stendini pieni di costumi da bagno, abiti, golf. Insomma un vero e proprio suk", spiega De Toma.

Caro Dominella, prima delle elezioni, le inviammo il nostro Programma Antidegrado che dedica alla questione ben due capitoli con soluzioni e ricette concrete. Lei parla di "mafie e clan criminali che hanno parentele molto strette con personaggi eletti in Campidoglio". Parole sante!

E' solo la buona società civile che unita può sconfiggere le mafie. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Ci aiuti anche lei.

Associazione Bastacartelloni - Francesco Fiori


2 commenti:

  1. Belle e condivisibile al 100% la lettera. Speriamo solo che Dominella legga Bastacartelloni !

    Mc Daemon

    RispondiElimina
  2. ma possibile che i commercianti romani, così solerti nel protestare contro le pedonalizzazioni, non si rendano conto che queste attività li danneggiano pesantemente tutti i giorni? o forse stanno zitti perchè "gli amici" non si toccano?

    RispondiElimina