martedì 14 ottobre 2014

Tornerò a vedere il cielo? L'appello di un lettore per i mega-cartelloni sui tetti di Corso Francia. La nuova normativa studiata dall'arch. Bosi


Ci scrive Andrea S. che ci invia le foto del "panorama che si gode dalle finestre di casa sua". Due enormi impianti installati sui tetti di due palazzine di Corso Francia mostrano il loro "lato B" agli sfortunati residenti di via Mengotti, via Arrivabene, via Bodio e altre strade sopraelevate rispetto a Corso Francia. Per cui, gli abitanti di quel quadrilatero non possono fare a meno di vedere la ragnatela di tubi innocenti, cavi elettrici e impalcature che sostengono i mega-cartelloni.

Il lettore ci domanda se - dopo l'approvazione del Piano Regolatore della Pubblicità (Prip) - ci siano possibilità che i due impianti vengano rimossi.



Abbiamo girato il quesito all'architetto Bosi, responsabile del circolo territoriale capitolino di VAS (Verdi Ambiente e Società) che ha studiato a fondo la nuova normativa e ha pubblicato un dettagliato articolo sulla questione.

Gli impianti visti da Corso Francia

E' stata l'occasione per fare chiarezza sul complicato groviglio di norme che regolamentano la cartellonistica su tetti e terrazzi. Occorre ricordare, infatti, che la riforma approvata a fine luglio con il contributo delle nostre associazioni, riguarda quasi esclusivamente i cartelloni installati su suolo pubblico e cioè la stragrande maggioranza. Questi impianti verranno, come sappiamo, ricollocati in base ai nuovi piani e assegnati al miglior offerente tramite bando di gara.

Diverso è invece il tema dei cartelloni installati su proprietà privata, come appunto tetti, terrazzi o giardini. In questi casi non si procederà ad assegnarne la gestione tramite bando di gara ma resterà ai condomìni o ai proprietari dei terreni decidere a chi affittare il proprio tetto e a quale prezzo.
Sempre ovviamente nel rispetto del nuovo Prip e del Regolamento.

Secondo l'analisi dell'architetto Bosi, il lettore ha buone speranze che i due megamostri vengano rimossi per almeno due motivi:

1) Il nuovo Prip destina Corso Francia a "sottozona B2", area dove è vietata l'installazione di cartelli su tetti e terrazzi.
2) Il formato di almeno uno dei due cartelloni sembra essere in contrasto con le nuove disposizioni del Prip che prevedono che la base dell'impianto non debba eccedere il 70% della larghezza del prospetto del palazzo. Su questo occorre una verifica, ma a prima vista almeno uno dei cartelli supera i nuovi limiti.

Dunque le ditte proprietarie dei due mega cartelloni dovrebbero adeguarsi alla nuova normativa entro 4 mesi dalla sua entrata in vigore (fine dicembre 2014). E soprattutto alla scadenza decennale dell'attuale autorizzazione non avrebbero alcuna possibilità di rinnovo.

Vedremo se le ditte si adegueranno, smontando o riducendo spontaneamente i cartelli. Se non dovessero farlo, è probabile che gli abitanti della zona si attiveranno attraverso ricorsi e diffide.

Per chi vuole approfondire la questione invitiamo a leggere l'articolo pubblicato oggi sul sito romano di VAS dall'architetto Bosi.



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2 commenti:

  1. Ammazza che bel panorama. Ma non è che il resto dei tetti di Roma sia messo meglio. Avete visto quante antenne e parabole ci sono? Manco a Kabul

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  2. Si ma il tridente adesso è pedonale così tu te tieni sto schifo e chi viene fuori da Roma se la spassa...grazie Marino!!

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