martedì 12 febbraio 2013

Dagli anni di piombo agli anni del degrado. Una fetta di Roma devastata per ricordare Paolo Di Nella

Anche in questo caso non entriamo nel merito dell'episodio storico: l'uccisione di tanti giovani di destra e di sinistra negli anni '70 e '80 è una ferita ancora aperta.

Quello che ci sembra intollerabile e insensato è che per ricordare il trentennale della morte del militante di destra Paolo Di Nella, si siano messi a ferro e fuoco quattro quartieri: Salario, Trieste, Nomentano e Africano sono stati travolti nell'ultima settimana da scritte, affissioni, manifesti come non accadeva da tempo.

Colla e manifesti su tutto il travertino della zona

Ogni strada, ogni angolo, ogni muro è stato imbrattato, insudiciato con una prepotenza e una violenza che certamente non migliora il ricordo del ragazzo assassinato.

Viale Eritrea angolo via Tripoli. Così su mille altri muri

Viale Libia: manifesti con altra grafica affissi ovunque

Altro che onore.....

Immagini da guerra fredda
e poi scritte e graffiti su ogni muro appena riverniciato


Da anni i giganteschi tazebao che vedete qui sotto sono tollerati dagli abitanti di viale Libia e delle zone limitrofe in quanto simbolo e ricordo. Ma davvero Roma meritava tutto questo odio, questo disprezzo?



Viale Libia
La parola 'onore' che tanto sta a cuore a questi militanti ha un significato molto più profondo. Se non c'è rispetto per gli altri, per lo spazio pubblico, per le case, i palazzi, i muri c'è solo disonore, vergogna e tanto odio. Il peggior modo per ricordare qualcuno scomparso 30 anni prima.

8 commenti:

  1. Mai che avra' mai fatto di male questo Paolo, per avere tanti amici cosi' stupidi?
    Questa e' gente che ha mancato diversi stadi evolutivi: e' infatti tipico degli animali "marcare" il territorio.
    Le persone dotate di un'intelligenza almeno media provvedono a ricordare i loro cari in modi ben piu' decorosi, onorevoli e per nulla invasivi.
    Semplicemente: gentaglia!

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  2. Sono d'accordo con chi li definisce gentaglia. Camminano per il quartiere come barbari pronti a distruggere tutto quello che incontrano, solo per farsi notare. A loro non interessa niente altro se non il proprio ego da quattro soldi. Sono dei minus habens che non meritano di essere definiti uomini.

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  3. INCIVILIA NON PERDONA...altro che onore!

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  4. Questa città purtroppo vive di queste robe qui. Vive di degrado e rimuggina su robe successe 30-40 anni fa.

    Diciamolo ad alta voce: chissenefrega di Di Nella. E di tutti gli altri morti in quegli anni. Le loro storie processuali, finite o non finite sono roba privata che riguarda le loro famiglie. La vicenda pubblica di quegli anni è ormai chiusa. finita. Svegliatevi tutti che siamo nel 2013 cazzo. Oggi continuate ad umiliare una città, creare degrado e levare opportunità ad una nuova generazione in nome di vicende lontane che a noi non dicono più nulla. Fateci la cortesia: trovatevi tra di voi, ormai attempati 50-60enni amici di questo Paolo o di qualunque altro morto in quegli anni e fatevi una visita privata al cimitero. andavi a bere qualcosa tradi voi e raccontatevi le vostre storie di quando eravate giovani. Che a noi di quelgi anni non ce ne frega un cazzo. Noi abbiamo da pensare a come sopravvivere oggi in questa città che voi contribuite a rendere sempre peggio

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    1. Prova a dirlo ai genitori con la stessa spocchia che hai dietro la tastiera

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  5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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