domenica 9 ottobre 2011

Una città devastata ed un mercato distrutto

Le immagini che seguono sono state prese in una zona centrale di Roma. Esse mostrano alcuni impianti che pubblicizzano attività commerciali della zona.


 

Il massimo appare essere quest'ultima immagine, dove un impianto di dimensione considerevole è utilizzato per pubblicizzare una tabaccheria localizzata lì vicino.
Praticamente per molte attività commerciali gli impianti pubblicitari stanno divenendo delle insegne aggiuntive. E' comprensibile che i negozi cerchino di farsi vedere il più possibile, ma un tale utilizzo degli impianti pubblicitari non è compatibile con un accettabile decoro della città e dimostra come il mercato pubblicitario a Roma sia stato totalmente stravolto.
L'enorme numero di impianti installati a seguito del "tana libera tutti" della delibera 37/2009 ha infatti inflazionato a tal punto il mercato che le tariffe sono divenute accessibili anche per le piccole attività commerciali. E questo non è un bene per nessuno; non per il Comune, perché guadagna poco da tanti impianti; idem per le ditte, che devono gestire molti impianti con ricarichi modesti; non per la città, che si vede invasa da cartelloni e cartellini in ogni angolo.

Al contrario un territorio prezioso come quello di Roma dovrebbe puntare ad una pubblicità di qualità, fatta su pochi impianti che rendano bene sia al Comune che alle ditte che li gestiscono, ed i cui limitati spazi siano appetibili per le grandi compagnie che intendano fare pubblicità ad alto livello, ben disposte a pagarla profumatamente.

Insomma, a partire da una situazione già difficile, ereditata dalle precedenti amministrazioni, si è riusciti a peggiorarla ottenendo il minimo risultato (introiti contenuti per le casse comunali) con il massimo sforzo (la città invasa da ogni tipi di impianto pubblicitario).

Va detto purtroppo che al riguardo la bozza di Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) non incide praticamente in nulla, diminuendo di una percentuale insufficiente l'attuale parco di impianti regolari.

Insomma, in assenza di sostanziose modifiche al PRIP, come quelle da noi proposte, continueremo a vedere cartelli come il seguente, che danno un'immagine purtroppo chiara di come la città di Roma sia ormai alle svendite finali.

6 commenti:

  1. Fra i criteri che il vigente Regolamento detta per la redazione del PRIP c'é l'uso di componenti e complementi di arredo urbano, fra i quali sono previste "paline con indicatori di farmacia, in numero non superiore a due per
    farmacia, con indicazione dell’esatta localizzazione della medesima e a
    non più di metri 100 dalla farmacia da essi localizzata".
    Ciò non toglie che anche i cartelli già installati specificatamente per questo tipo di pubblicità debbano rispettare il Codice della Strada ed il suo Regolameno di attuazione.
    Purtroppo a Roma le regole del settore dell'impiantistica pubblicitaria sono un optional e mi sono trovato a dover denunciare anche questi impianti più di una volta.

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  2. Molto interessante quello che viene ricordato in questo post: in pratica questi cartelli 'di prossimità' sono delle insegne aggiuntive dei negozi. Mai vista nel resto del mondo roba simile. La delibera 37 ha fatto poker ed è riuscita a distruggere la città e il mercato delle affissioni.
    Corretto, poi, quello che ricorda l'arch. Bosi. Purtroppo cartelli indicanti farmacie della Tiburtina si trovano sulla Salaria: i 100 metri sono optional
    Filippo

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  3. Eterogenesi dei fini: il Comune voleva a tutti i costi ed in ogni modo favorire le ditte pubblicitarie e così facendo gli ha ammazzato il mercato.
    Non si sa se sono più stupidi al Comune o presso le ditte. E' indubbiamente una bella gara.

    Se non ci fosse di mezzo la dignità di Roma sarebbe da lasciarli rovinare a vicenda 'sti quattro rubagalline.

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  4. Ma che... Mai sentito parlare di riciclaggio....?

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  5. Finché a Roma ci saranno 379 (trecentosettantanove) ditte, autorizzate a piantare e gestire cartelloni di ogni formato, non ci sarà MAI ordine nel settore dell'impiantistica pubblicitaria.

    Vi siete chiesti perché a Parigi le ditte che si occupano di cartelloni sono 4 e a Madrid solo 3?

    Perché le ditte DEVONO essere poche, per gestire pochi e prestigiosi impianti, come avviene in tutto il mondo, tranne che a Roma.

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  6. Ok, ma come si dice .... "CUI PRODEST" tutto questo?
    Chi ci guadagna in tutto questo?

    Io credo sempre meno alla storia delle 400 ditte. Si forse sulla carta. Ma qua la regia sembra unica.

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