mercoledì 9 ottobre 2013

Ecco perchè la Banca Dati non garantisce legalità. Le ditte radiate raccolgono pubblicità come niente fosse

Ieri, Cartellopoli ha pubblicato la registrazione di due interessanti telefonate che confermano quello che più volte i nostri siti hanno denunciato: le ditte che vengono sospese dall'albo comunale e che dunque non potrebbero più operare sul territorio, proseguono nella loro attività più determinate di prima.

Oggi vi mostriamo un altro esempio di questa terra di nessuno che è il settore affissioni a Roma. Citiamo questo caso, solo come emblematico, perché ve ne sono molti altri esattamente identici.

La ditta "Sapi di Dessi Onorina snc", è stata dichiarata decaduta dalla Banca Dati il 12 aprile del 2013 a seguito della Determina Dirigenziale numero 1031. Tutti lo possono verificare cliccando a questo link che riporta il famigerato elenco di ditte autorizzate. Basta scorrere fino al numero 0081.

Ebbene ecco due cartelloni di questa ditta che si trovano in Circonvallazione Gianicolense, altezza Ponte Bianco. Come potete vedere dalle nostre fotografie, si tratta di pubblicità molto recenti, appena affisse sugli impianti, dunque a ben 6 mesi dalla sospensione dall'albo.

La pubblicità è stata affissa da pochi giorni
La prova? L'offerta dello sponsor è stata autorizzata a settembre e scade il 1° ottobre

Il codice 0081 che si trova sulla targhetta corrisponde alla Sapi

In quest'altro caso, invece, la ditta invita a chiamare per raccogliere pubblicità
 
Potremmo ricordare che la stessa Sapi è stata protagonista della vicenda dell'albero capitozzato e poi ucciso sempre in Circonvallazione Gianicolense perchè oscurava un cartellone. Ma non è con questa ditta che vogliamo prendercela, anzi tutt'altro. 

Lo scopo dell'articolo di oggi è solo confermare la inutilità della Banca Dati, celebrata invece venerdì scorso durante l'audizione in Commissione Commercio come soluzione di tanti mali. Vogliamo solo spiegare alla classe politica che non potrà mai esserci rispetto delle leggi e dei regolamenti finchè regnerà il caos attuale. Vogliamo dire alle stesse ditte che così non faranno altro che cannibalizzarsi tra loro, perchè ovviamente chi è stato radiato e continua a raccogliere pubblicità fa concorrenza sleale perchè non paga gli oneri comunali e dunque può offrire i propri spazi a costi minori.

Insomma così non ci guadagna nessuno. Ci perde solo Roma e dunque tutti noi!

3 commenti:

  1. Come scrivete giustamente oggi, le prime a doversi incazzare dovrebbero essere proprio le altre ditte. E' ovvio che chi non paga le tasse al comune può vendere la pubblicità alla metà dei costi di chi le paga.

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    1. vero, e visto che nessuno s'incazza mi viene il dubbio che nessuno le paghi. Sta qui il vulnus?

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  2. Che voi sappiate, la SAPI è stata radiata anche lei per non avere i conti a posto col Comune o per le sue numerose, sistematiche violazioni del codice della strada?
    Sarebbe utile informare comunque la Salmoiraghi e Viganò che rischiano multe salate.

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