Alessandro Ricci |
domenica 8 settembre 2013
Primi passi da Sindaco. L'opinione di Alessandro Ricci sui Fori pedonali
Dal consigliere del II° Municipio Alessandro Ricci, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera sulla questione della pedonalizzazione dei Fori
In democrazia chi ottiene la maggioranza governa. Marino l'aveva detto: "Come prima cosa pedonalizzerò i Fori Imperiali". Ora che lo sta facendo,seppur parzialmente, sembra che tutta la città sia contraria o perlomeno critica. Gli oppositori si esprimono a ragione e coerentemente. Chi ha gratificato il Sindaco di un consenso pressoché plebiscitario si esprime timidamente. E' tipico lanciarsi in ambito elettorale poi quando c'è da mettere in pratica un elemento innovativo si aspetta che il vincitore faccia tutto da solo. Armiamoci e partite, come al solito. Nel mentre i turisti (gran parte del Pil cittadino) apprezzano moltissimo. Restituire a Roma il ruolo di capitale europea e forse mondiale, delle più significative vestigia storiche, si scontra con il più sentito diritto dei moderni Cives che è sempre quello di utilizzare la biga a motore sempre, comunque e ovunque. Non a caso in questa città c'è la più altra concentrazione mondiale di city car. La scusa è sempre quella di un trasporto pubblico carente. Una scusa che non regge: i trasporti pubblici in città sono allineati pienamente con la media qualità europea. Semmai la carenza risiede nel trasporto pubblico dall' Hinterland verso la città. Quindi non c'è nessun bisogno di passare dal Colosseo per andare in ogni parte della città. Ma vallo a spiegare a questi aurighi abituati da decenni a comperare il giornale lasciando l'auto un attimino davanti all'edicola, a prendere il cappuccino con l'auto davanti al bar, ad accompagnare il pupo fin dentro l'aula o la piscina con l'auto con le quattro frecce lampeggianti in mezzo alla strada, con l'autobus in coda, a fare un po' di spesa al "super" senza usare il parcheggio dedicato, a lasciare la biga un attimino in terza fila dietro i furgoni degli ambulanti al mercato rionale per un po' di verdura fresca, a mangiare una pizza serale in un torrido settembre con l'auto a vista, a negoziare con la camorra parcheggiatoria per non farsi sfregiare l'amata. Insomma 500 metri semipedonali ci devono sconvolgere o vogliamo prenderli per un inizio di liberazione da queste quattro lamiere che costano come una famiglia?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Bella lettera. Pienamente d'accordo!
RispondiEliminaMc Daemon
Molto ben detto. Sottosctivo in toto.
RispondiEliminamezzi pubblici allineati con la media europea??? si vabbè. come no. e allora lo chiudesse tutto il centro storico il nostro sindaco (di) Marino. sempre se di vera pedonalizzazione si tratta! cosa vuoi che fanno 500 metri in confronto a tutto il resto? il Foro Romano (giustamente) chiuso alle macchine e poi ci sono 200 pullmann turistici in fila al circo massimo??? il colosseo (sacrosanta decisione) liberato dalle macchine e poi all'Esquilino ci stanno altri 100 pullmann con i motori accesi? per non parlare di S.Pietro.che fine hanno fatto i parcheggi scambio??? ma qualcuno che avesse proposto un ticket di ingresso per il centro tipo londra? idea così strampalata per racimolare denaro da reinvestire per il decoro??? No! che sei matto? qua ci vuole l'autovelox a 30 km orari a via Labicana! è questa la soluzione alla romana! ma cosa significa fare (per poi lasciare) sempre le cose a metà. è vero che il romano prende la macchina pure per buttare la monnezza sotto casa ma vero pure che non ci sta una fermata che sia una con un orario , anche approssimativo, di passaggio di un autobus. e poi un orario che sia rispettato. siamo sempre tutti in ritardo. non c'è un piano regolatore. non c'è un controllo serio , severo e prolungato nel tempo. si agisce solo quando si è superato il limite. qui non si tratta di biga a motore. qui c'è il problema serissimo che la gente non crede piu ad una mazza di quello che dicono dall'alto. troppe buffonate si sono susseguite. a partire da Roma capitale e tutte le finanziarie per risollevare le sorti della città e tutte le campagne per usare mezzi pubblici. tutte fallite. tutto caduto nel vuoto. vedi la metro C. ennesima schifezza nella nostra capitale. per loro la città e solo una torta da spartire.
RispondiEliminabella lettera e' vero . ma i cartelloni che devastano il paesaggio e creano incidenti quando si decide ad eliminarli? quando si decide a eliminare la pubblicita' rompi-timpani nelle stazioni metropolitane e nelle stazioni fs. sono stato a copenaghen e le stazioni metro e ferroviarie erano vivibili tranquille quasi silenziose . qui invece diffusori sonori a tutto spiano e cartelloni da tutte le parti. c'e' una gran bella differenza tra mangiare in un piatto pulito o in una pattumiera.rendiamo roma vivibile .
RispondiElimina@anonimo delle 20.30. Se ogni volta che si prova a fare un'opera importante (tipo metro c) scendono in campo tutti i comitati del no, ahivoglia ad aspettare mezzi pubblici efficienti. Io vivo nei pressi di una fermata della linea A e non sento il bisogno di prendere la macchina. Se la metro fosse diffusa Roma sarebbe diversa. Per cui cerchiamo di fare trasporti veri e lasciamo che le zone più belle siano pedonalizzate.
RispondiElimina"...ma il nostro petrolio sono i Beni Culturali..." slogan che sembrava unire ogni tipo di cittadino romano, poi si liquefa davanti ad un minimo di impegno personale. Usare le tante linee di mezzi pubblici in Centro non è poi così difficile e disdicevole. Bene Marino, è difficile, ma non mollare.
RispondiEliminaMi chiedo se hanno fatto tutto questo casino per una scontata e giustissima pedonalizzazione dei Fori Imperiali e del Colosseo, cosa farebbero se il sindaco Marino iniziasse a far rispettare il Codice della Strada in tutta la città, partendo dalla prima azione in questo senso, cioè nominare un capo dei vigili che sia disposto ad assencondarlo in questo proposito.
RispondiEliminaProbabilmente, minaccerebbero a rivoluzzione.
50 anni di non rispetto delle regole hanno avuto il loro effetto. Il romano medio ricco povero colto ignorante che sia, crede che il parcheggio sia un diritto inalienabile non soggetto a limitazioni di alcun tipo. E purtroppo, ne sono convinti anche molti agenti della municipale che sono "costretti" ad applicare i regolamenti, ma che, se possono, chiudono un occhio o tutti e due perché, d'altronde, "non ci stanno i parcheggi e mancano i mezzi pubblici": tutte scuse o mezze verità che i romani si raccontano da decenni, pur di autogiustificarsi nell'infrazione di qualsiasi regola che riguardi l'utilizzo e la sosta dell'automobile in città.
Fino a oggi, nessun sindaco, assessore, partito e coalizione di governo ha avuto il coraggio di scalfire questo regime di totale impunità che vige sulle strade romane. La sfiducia e lo scetticismo fanno pensare che neanche Marino e la coalizione "Roma Bene Comune" avranno il coraggio di far rispettare le regole della strada. Ma voglio essere fiducioso e pensare che le pedonalizzazioni siano solo il primo passo di una battaglia culturale che miri a cambiare la mentalità dei romani.
Sulla sosta selvaggia, le cose da fare sono poche: impedire l'incolonnamento delle auto in seconda fila nelle strade ad alto scorrimento e a vocazione commerciale. Fare controlli fissi a ore prestabilite ogni giorno. Informare sull'offerta di parcheggi legali nei quartieri e prevedere sconti e vantaggi per i residenti nei garage e autorimesse private. Fissare l'obbligo di costruire PUP con la maggioranza dei posti a rotazione. Rifare i marciapiedi con criteri anti sosta abusiva (soprattutto, restringere le carreggiate, dove possibile, aumentando l'ampiezza dei camminamenti, proteggendoli con un solido arredo urbano).
A parte quest'ultimo consiglio, sono tutte misure a costo zero. Perché girare con una volante ogni giorno in determinati punti, accostarsi e allontanare le macchine in doppia fila nei punti in cui sostano abitualmente, è una cosa facilissima. Non volerla fare, significa non voler fare le multe, alienandosi una parte del consenso popolare o non voler disturbare i commercianti pro-sosta selvaggia. Una condotta inaccettabile per un Corpo di Polizia che si rispetti.