giovedì 9 gennaio 2014

Dopo 2 anni ancora scritte, cartelloni e degrado. La storia esemplare di Via Gherardi

Non c'è nulla di più immutabile, a Roma, del degrado.

Sono due anni che denunciamo le scritte, le affissioni e l'impianto abusivo di Via Gherardi.

Ad inizio del 2014, la situazione non è cambiata. E' peggiorata.

Ripercorriamo le tappe di questo "caso di studio".

A maggio 2012 il blog Degrado Marconi - oggi confluito in Bastacartelloni - pubblica un articolo sullo stato di Via Gherardi, che rimane solo una denuncia sul web.


Quasi un anno dopo, a fine febbraio 2013, visto che le condizioni di Via Gherardi non miglioravano, il gestore del blog decise di scrivere una lettera-appello al presidente municipale di allora, Gianni Paris, al responsabile ambiente del municipio e del Comune, al capogruppo del PDL di zona, a varie associazioni e gruppi civico-politici di quartiere, alla scuola media Einstein, al Liceo Keplero e, ovviamente ai PICS Decoro della Polizia Locale.

Qualche giorno dopo, venne spedita la denuncia per l'impianto pubblicitario abusivo/illegale.

I risultati di quella lettera, documentati nell'ultimo post di Degrado Marconi, furono molto buoni. Risposero il capogruppo del PDL, i PICS - che rimossero i manifesti politici - e la segreteria del Liceo Keplero che c'informò di aver comprato la vernice con la quale pitturare i muri coprendo le scritte vandaliche.



 Nello scambio di mail con il responsabile amministrativo del Keplero, Degrado Marconi diede appoggio all'iniziativa civica programmata con gli studenti per quel mese, dove i muri della scuola - già decorati da murales artistici - vennero puliti dalle scritte ultrà e dalle tags. E consigliò d'insistere nella manutenzione dell'edificio con l'aiuto degli studenti e, magari, delle istituzioni.

Cos'avvenne poi? Le pareti della scuola sono resistite agli assalti dei vandali per un pò. Ma ora, gennaio 2014, sono di nuovo imbrattate dal writer seriale Keios che sta ricoprendo i muri e le vetrine del quartiere. E da una scritta d'odio politico sulla strage di Acca Larentia.





Il cartellone abusivo/illegale, non è mai stato rimosso.



E c'è un particolare, a dir poco inquietante: il 28 maggio del 2013, è arrivata una mail del Dipartimento Affissioni e Pubblicità che ci comunicava l'invio della notifica di rimozione alla ditta proprietaria dell'impianto. Con l'impegno a rimuoverlo d'ufficio se la ditta non avesse provveduto in maniera spontanea.

A gennaio del 2014, l'impianto è ancora lì, non solo: è comparsa la scritta "Spazio disponibile" con il numero telefonico della ditta. Nonostante il cartellone sia abusivo (senza codice NBD).


Ci chiediamo, come cittadini, che cos'altro dobbiamo fare per smuovere le coscienze della cittadinanza e della pubblica amministrazione. Forse, come scriveva un amico, ai romani - cittadini e amministratori - piace vivere immersi nella bruttezza e aggiungiamo noi, nell'illegalità?

Sulle scritte a Via Gherardi e sul cartellone incriminato (solo uno dei tanti segnalati e mai rimossi a Marconi) torneremo nei prossimi giorni. E speriamo che qualcuno dell'amministrazione si faccia vivo.

2 commenti:

  1. Oltre i cartelloni il vero degrado in questa città è provocato dalle scritte infinite. E come scrivete in questo articolo non risparmiano niente e nessuno. C'è un modo per fermarli? Perché ci sono città che non subiscono le scritte?

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    1. Il modo di fermarli c'è visto che il graffitismo vandalico, a questi livelli, esiste solo in Italia e in particolare a Roma. In tutto il mondo, le grandi città combattono una lotta quotidiana per contrastare il fenomeno del writing vandalico in tutte le sue forme e stili. Il motivo è semplice: a Parigi, a Madrid, a Berlino, a Londra, a New York City, l'aspetto e la gradevolezza degli spazi pubblici è ritenuto un valore condiviso da tutti. A Roma, invece, si considera il fenomeno con gli occhi del passato, adeguandosi a vecchi stereotipi intellettual-ribellistici che non hanno più senso in un'epoca dove si difende il concetto di bene comune. E se la bellezza del nostro territorio è il punto da cui ripartire nello sviluppo del nostro Paese, non si capisce come si tolleri ancora il vandalismo e la bruttezza provocata dalle tags e dai graffiti quando sono fatti per danneggiare o imbrattare spazi vissuti e frequentati da migliaia di persone ogni giorno, in centro come in periferia.

      Le soluzioni per mettere fine a questo scempio, riportare decoro e valorizzare la street art, sono indicate nel capitolo sui graffiti del programma antidegrado che abbiamo consegnato al sindaco e a vari presidenti e assessori di municipio.

      Le potete leggere cliccando sul banner del programma in alto a destra, o nel collegamento qui sotto, a pag. 5/6

      https://docs.google.com/file/d/0B3YGMrmn6LWaNC1kTXl6a1BaVDA/edit?pli=1

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