martedì 15 maggio 2012

Esclusivo: ecco come Telecom ha modificato la pubblicità sui cartelloni a Roma. Sarà 1/4 rispetto all'anno scorso

Era il 5 novembre del 2011 quando il presidente di Telecom Franco Bernabè sferrava un duro colpo allo scandalo cartellonaro romano. "Come cartelloni Roma è la peggiore città al mondo.... Per Telecom posso dire che aboliremo la pubblicità sugli impianti stradali".

L'intervista a Repubblica, provocò un terremoto non solo in Campidoglio, ma anche tra ditte e agenzie pubblicitarie che temevano una perdita di denaro molto forte.

A distanza di 6 mesi siamo tornati ad indagare e abbiamo verificato se il presidente di Telecom abbia mantenuto la parola. 

Basta Cartelloni è in grado di mostrarvi in esclusiva alcuni documenti riservati sulla pianificazione delle campagne outdoor della compagnia telefonica. Si tratta del piano col quale Telecom pubblicizza le proprie offerte in co-advertising con le principali case di produzione cinematografiche, in occasione dell'uscita dei film. Ogni campagna dura 15 giorni o 30 giorni.

I brutti 4x3 che ospitavano le campagne Telecom: qui un impianto SCI

Vi mostriamo le campagne outdoor che Telecom ha pianificato per due film entrambi usciti nel 2011: Questo Piccolo Grande Amore e Up. L'acquisto di spazi per le due pellicole fu identico, per cui ci limitiamo a mostravi la diapositiva che si riferisce al film Up.
Analizziamola nel dettaglio, la campagna - ad ottobre 2011 (dunque ripetiamo prima dell'intervista a Bernabè) - prevedeva un impegno sull'outdoor molto importante.

Campagna per il film Up (slide 2)

Si tratta di ben 300 impianti 4x3, 200 2x2, 300 100x140 e 300 parapedonali.

La campagna Telecom/Up dello scorso anno

E adesso vediamo cosa accade oggi e cosa accadrà per tutto il 2012 (cioè dopo l'intervista).
Come si vede in quest'altra diapositiva (slide3), Telecom ha acquistato e acquisterà dopo ogni film, spazi su 200 pensiline luminose (quelle dell'Atac in gestione a Clear Channel), 120 postazioni di arredo urbano, 500 parapedonali e 200 impianti luminosi.

Le campagne Tim/Telecom per il 2012 (slide 3)

La differenza è notevole. Sebbene la compagnia non sia uscita del tutto dal circuito dell'outdoor, ha iniziato a privilegiare canali diversi come le pensiline dei bus (certamente regolari e ben viste da associazioni e comitati) e i parapedonali che possono essere discutibili per il loro abuso ma sono meno inquinanti per la vista. I cartelloni tradizionali sono limitati a 200 impianti luminosi e a 120 3x2.

Facciamo allora due conti. La campagna del 2011 per il fim Up prevedeva (slide 2):

300 cartelloni 4x3=      3600 mq di pubblicità
200 cartelloni 2x2=        800 mq di pubblicità
300 cartelloni 1x1.40=   420 mq di pubblicità

per un totale di 4820 mq di pubblicità su cartelloni  (più i parapedonali).


Vediamo adesso, secondo le nuove disposizioni di Bernabè, cosa accade per una campagna nel 2012 (slide 3):

200 cartelloni 1.20x1.80=   432 mq di pubblicità
120 cartelloni  2x3=            720 mq di pubblicità

per un totale di 1152 mq su cartelloni (più i parapedonali), dunque un quarto rispetto allo scorso anno!!!
Insomma luci e ombre nella scelta dell'ufficio pubblicità di Telecom al quale va comunque riconosciuto uno sforzo. A quanto risulta a Basta Cartelloni, i prossimi contratti saranno ancora più restrittivi, per cui la direzione è certamente quella giusta.

Molte ditte che hanno sfregiato Roma, piantando cartelloni ovunque, convinte che avrebbero aumentato il loro fatturato stanno perdendo uno dei principali sponsor del paese. Gli "spazi disponibili", infatti, continuano ad aumentare.

Speriamo che tutti (ditte e amministrazione) comprendano che avere un numero inferiore di impianti, ma di qualità e posizionati regolarmente, non potrà che giovare al mercato pubblicitario e alla città. Questo è solo il primo caso. Presto molte altre grandi imprese seguiranno l'esempio di Telecom. Campidoglio avvisato................!

12 commenti:

  1. bel colpo! complimenti al Pres.Bernabè

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  2. Beh ... ora anche il giornalismo investigativo!
    Sono commosso dall'impegno che trasuda dalle vostre pagine. Tanta competenza, professionalità e passione se la merita la città di Roma ma non i quattro scalzacani al governo e all'opposizione.

    Chissà se con le cifre che snocciolate il Cassone ci arriva a capire che sta contribuendo al fallimento del settore che vorrebbe incentivare, oltre che sprofondare la città in un sempre maggiore degrado.

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  3. un grande imprenditore o manager di azienda non si sognerebbe mai di buttare soldi per fare pubblicità nelle condizioni in cui si fa a Roma, Bernabè ci è arrivato dimostrando di essere persona intelligente, speriamo ce ne siano altri.

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  4. se sò magnati tutto.... e mò se magnano tra de loro.....

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  5. Sì però c'è una domanda che vi voglio fare. Se lo spazio su un cartellone rimane invenduto, alla ditta conviene rimuoverlo oppure lasciarlo dov'è?
    Temo la seconda e in quel caso la flessione del mercato outdoor non avrebbe effetto sull'affollamento cartellonaro, dato il ritmo attuale delle rimozioni. Sbaglio?
    Ciò non toglie che sono contento della decisione di Telecom e spero che altre grandi aziende seguiranno.

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  6. però Daviduzzo ha compensato con migliaia di compro oro: je piasse un colpo !

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  7. Cavolo, mi sembra molto interessante. Mettiamo che anche Vodafone o Wind facciano la stessa cosa: il mercato della pubblicità esterna subirebbe un colpo durissimo. Non possiamo spingerli a farlo? Scrivere delle lettere a queste grandi compagnie?

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  8. Questa è l'economia di Roma: mercato pubblicitario a pezzi (anche se i formati dei nuovi cartelloni passerannio da 24 a 8), distruzione sistematica del territorio costruendo quartieri senza servizi che produrrano degrado e violenza, questo per riclicare i miliardi di euro della mala. Costruzione di centri commerciali che hanno dato la botta finale ai negozi su strada, facendoli chiudere o finire nelle mani dell'usura. Legalizzazione di Stato dell'usura con i compro oro.
    Fatturati in nero da bancarelle, camion bar e castagnari, che stanno sempre in pugno alle stesse persone da decenni: i politici.

    Il prossimo fallimento italiano è simile a quello greco, e deriva da un fallimento della morale del paese che precede ed ingigantisce i già grossi problemi della crisi economica.

    Non basteranno le manovre di Monti, perchè già lo hanno fermato, non basteranno le nuove elezioni, perchè non c'è ricambio di persone e cambiamento di leggi. Si arriverà ad una situazione di ingovernabilità, come ora in Grecia, perchè i partiti, pur avendo affossato un paese, non riescono neanche ad accordarsi su quella labile speranza che gli viene ancora proposta dall'Europa.

    Dopotutto ottimismo !

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  9. E infatti, nokia, spero che ti sbagli, anzi, voglio credere che in qualche modo, ci riprenderemo, almeno dalla crisi economica.

    Da quella morale, è un pò più difficile...

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  10. Sono invece convinto che una ripresa economica piò esserci solo dopo una vera ripresa morale, con una coscienza viva negli italiani, che permetta di cambiare le regole, oltre le persone.
    Se non verranno cambiate le regole, e lo stanno facendo molto poco, anche se arrivassero nuove persone al governo, farebbero gli stessi errori, la Lega docet.
    Un meccanismo di vera responsabilità per i politici e gli amministratori locali, una riforma dell'impianto legislativo, fiscale,
    una deburocratizzazione, libererebbero tante di quelle risorse che neanche una manovra della Bce potrebbe fare.
    Senza questi cambiamenti si continuerebbe nel lassismo, corruzione e se si dovesse creare un pò ricchezza, finirebbe sempre e solo nelle mani dei soliti noti, parassiti.

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  11. Nokia1 Presidente!! ti voto

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  12. Condivido Nokia al 100%.
    Ma conoscendo la storia di Roma e dell'Italia, conoscendo il "familismo amorale" che ha sempre contraddistinto la cultura diffusa penso che dovremo toccare il fondo per riemergere.
    Se ci pensate il Degrado contro cui ci battiamo colpisce soprattutto lo "spazio pubblico": dai parcheggi selvaggi ai milioni di adesivi di sgombri e traslochi, dagli odiosi camion bar (piuttosto letto il messaggero di oggi? Un camion bar al Colosseo incassa 10.000 € al giorno,ovviamente esentasse!!)che si appropriano rapacemente dei luoghi "cult" di Roma,ai maledetti cartelloni che violentano il paesaggio...E' TUTTO UN ASSALTO FAMELICO AGLI SPAZI PUBBLICI SIMBOLO DELLA NOSTRA IDENTITA' MA PERCEPITI COME TERRA DI NESSUNO dalla maggioranza dei cittadini (cittadini??.
    Casa e macchina lustrata a cera e ODIO per le regole della convivenza civile, AMMIRAZIONE per i furbi, IDENTIFICAZIONE coi venditori di favole.
    Ma c'è una Roma e un'Italia diversa che si sta svegliando e comincia ad organizzarsi.
    Forse ci vorrà molto tempo, ma ricordiamoci il miracolo degli anni 50-60 dopo le devastazioni belliche.
    Coraggio amici, continuiamo a lottare per un Paese migliore.

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