sabato 24 settembre 2011

I più illegali? I cartelloni SPQR

E se vi raccontassimo che perfino i cartelloni di Roma Capitale non rispettano le norme e il decoro vi stupireste? Non tutti sanno che il Campidoglio ha affidato in concessione ad aziende private migliaia di impianti SPQR che dovrebbero contenere avvisi di pubblica utilità. Ci si aspetterebbe che almeno per queste plance, le ditte fossero più attente al rispetto della legge e dei regolamenti. E invece guardate qui:






Davanti la magnifica facciata delle poste di piazza Bologna - tutelata in quanto bene architettonico - ecco un osceno impianto SPQR gestito dalla Farg srl che lì proprio non dovrebbe esserci. Oltre a guastare la prospettiva del palazzo progettato da Mario Ridolfi, ospita un'inserzione che nulla ha a che fare con la pubblica utilità. Già in passato, i cittadini buttarono giù un cartellone davanti le Poste di piazza Bologna, ma evidentemente non è bastato.

Qui invece siamo in via Salaria, angolo via Chiana. 




In 20 metri ci sono ben 5 impianti Spqr. DI QUESTI, SOLO UNO RIPORTA LA TARGHETTA IDENTIFICATIVA NBD. Tutti gli altri ne sono privi e dunque evidentemente abusivi. Per non parlare della loro posizione: quello gestito dalla ditta Apa si trova esattamente a ridosso del passaggio pedonale e non rispetta la distanza minima dal semaforo prevista dal Codice della Strada. Certo ha un'ottima visibilità per chi proviene da via Panama e dunque quanta lucrosa pubblicità può vendere! Altro che pubbliche affissioni!!

Pedoni in difficoltà anche in questo incrocio, tra viale Parioli e via Gualtiero Castellini. 



Su entrambi i lati, due impianti Spqr sono stati posizionati proprio sulle strisce pedonali. Alla faccia del Codice della Strada.

E dall'altra parte del viale, ben tre cartelloni Spqr in 10 metri quadri. Manco a dirlo, nessuno ospita un avviso di pubblica utilità!!!


13 commenti:

  1. Immagini che si vedono solo a Roma:

    uno spartitraffico che diventa un recinto per bovini, con la staccionata fatta di cartelloni (2x2, parapedonali, impianto pubbliche affissioni SPQR);

    i cartelloni del Comune (plancia 3,00x1,40 e cartelli 1x1,40) puntualmente utilizzati per i manifesti ABUSIVI dei partiti e dei movimenti politici, senza un controllo dell'Ufficio Affissioni;

    un palazzo che sta sui libri di architettura oscurato da un paio di volgarissimi impianti pubblicitari, di cui almeno uno con targhetta NDB irregolare (dovrebbe essere metallica e "saldamente fissata" all'impianto, anziché un adesivo corroso e sbilenco).

    INSOMMA L'ANARCHIA VIGE INCONTRASTATA NEL SETTORE AFFISSIONI E PUBBLICITA' A ROMA!

    IL COMUNE INSTALLA I SUOI IMPIANTI SENZA RISPETTARE IL CODICE DELLA STRADA E IL REGOLAMENTO COMUNALE, DELIBERA 37/2009

    BASTA CARTELLONI A ROMA!

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  2. Il logo SPQR su impianti che violano la legge è forse l'immagine più efficace dello stato disastroso in cui versa la città.

    Qualcuno dovrebbe staccare la spina a questa indecente amministrazione. Nel frattempo cominciare tutti a pregare perché quella successiva non sia peggio (le avvisaglie non fanno purtroppo ben sperare).

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  3. Quoto Roberto. Se è il Comune con il suo logo Spqr a non rispettare i regolamenti, perchè dovrebbero farlo i privati? Che esempio dà una pubblica amministrazione che gestisce i propri impianti (dati in concessione) in questo modo?
    Filippo

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  4. In Piazza Albania ce nè uno di grandi dimensioni gestito da una nota ditta d'oltralpe che sta su un piccolo spartitraffico, a ridosso di strisce pedonali e semaforo.

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  5. Alla pag. 5 della "Indagine sul settore pubblicità e affissioni a Roma", che é pubblicata anche su questo blog fra i contributi esterni, é riportato che il servizio delle pubbliche affissioni (di seguito PA), secondo quanto stabilisce l’articolo 18 del D.Lgs. 507/1993, “è inteso a garantire specificatamente l'affissione, a cura del comune, in appositi impianti a ciò destinati, di manifesti di qualunque materiale costituiti, contenenti comunicazioni aventi finalità
    istituzionali, sociali o comunque prive di rilevanza economica, ovvero, ove previsto, […] di messaggi diffusi nell'esercizio di attività economiche”. Roma Capitale gestisce direttamente il servizio che é attuaalmente costituito da 2.674 impianti per una superficie di 27.000 mq, che vengono "concesssi" in locazione per 5 anni, rinnovabili per altri 5.
    Sempre la stessa indagine alle pagg. 6-7 evidenzia "la scarsità degli impianti
    destinati alla pubblica affissione presenti in quantità ben inferiore a quella minima di 18 metri quadri ogni mille abitanti fissata nell’art. 18, c. 3 del D.Lgs. 507/1993".
    Ne deriva che, anche ai sensi del 3° comma dell'art. 34 del vigente Regolamento,ipotizzando una superficie espositiva complessiva di 324.000 mq. in tutta Roma, il 60% (cioé 194.400 mq.) dovrebbe essere destinato alle affissioni dirette da parte delle ditte private, mentre il rimanente 40% (pari a 129.600 mq.) dovrebbe essere riservato alle pubbliche affissioni: rispetto ai 129.600 mq. la quota teorica di 18 mq. ogni 1.000 abitanti diventa di mq. 48.600 (a fronte come sopra detto degli attuali 27.000 mq.).
    Solo il 60% dei suddetti 48.600 mq. (pari a 29.160 mq.)va destinato ad affissioni istituzionali e prive di rilevanza economica, mentre il rimanente 40% (pari a 19.440 mq.) va riservaato ad affisioni commerciali.
    Non é esatto quindi quanto si lascia intendere nel post, vale a dire che tutti gli impianti SPQR dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per avvisi di poubblica utilità.

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  6. Il commento dell'Arch. Bosi è molto pertinente ed è un'ottima precisazione. Purtroppo però, basta guardarsi intorno per notare che la stragrande maggioranza degli impianti Spqr ospita pubblicità tradizionali mentre agli avvisi di pubblica utilità è riservato uno spazio minimo (il rapporto 60% pubblica utilità e 40% pubblicità non è mai rispettato).
    Inoltre, personalmente, trovo doppiamente scandaloso che i cartelloni Spqr siano piantati sugli attraversamenti pedonali, spartitraffico etc. E sono certo che su questo aspetto l'arch. Bosi concordi al 100%.
    Filippo

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  7. La maggior parte degli impianti pubblicitari del Comune di Roma (per non dire quasi tutti), così come moltissimi cartelloni di proprietà privata, sono stati installati prima del 1992, prima cioé che venise emanato il nuovo Codice della Strada con il D.Lgs. n. 285/1992 ed il suo Regolamento di attuazione con D.P.R. n. 495/1992, rispetto ai quali si sono trovati ad essere per lo più in difformità.
    Il Comune di Roma ha sfruttato (fino al vigente Regolamento approvato con delibera n. 37/2009) le deroghe concesse dallo stesso Codice della Strada, senza però riuscire ad evitare che moltissimi impianti sia pubblici che privati risultassero ugualmente in contrasto anche con le deroghe concesse.
    In precedenza con Deliberazione n. 395 del 3 dicembre 2008 la Giunta Comunale aveva approvato una semplificazione delle procedure, basata sulla autocertificazzione, a cui ha fatto seguito la Determinazione Dirigenziale n. 3312 del 23 dicembre 2008 con cui il dott. Francesco Paciello ha stabilito le procedure per gli spostamenti degli impianti pubblicitari e la relativa modulistica.
    Fra le procedure ci sono quelle relative agli spostamenti di impianti pubblicitari istallati in difformità a norme inderogabili del Codice della Strada (vedi http://comune.roma.it/wps/portal/pcr?jppagecode=d_atec_pr_fo_la_eco_aff_sip.wp), che vengono sfruttate (per lo più in modo illecito, perché quasi sempre senza alcun controllo) dalle ditte pubblicitarie e non anche dallo stesso Comune.
    Va infine detto che Con deliberazione n. 25 del 10.2.2010 la Giunta Comunale ha approvato una serie di progetti-tipo per impianti pubblicitari nelle dimensioni di m. 1 x 1 – m. 1 x 1,4 – m. 2 x 2 – m. 2,5 x 1,5 e m. 4 x3, fra i quali ci sono anche gli impianti di proprietà comunale da concedere in locazione a terzi (cosiddetti S.P.Q.R.), utilizzabili come tipologia anche per gli impianti di proprietà privata con esclusione del logo “S.P.Q.R.” sulla cimasa (vedi http://comune.roma.it/PCR/resources/cms/documents/PrototipoImpiantiAllegatoB210_p.pdf): fra le foto pubblicate nel post ce ne sono alcune che riguardano proprio questa tipologia, che sembra sfruttata dalla ditta "APA e non quindi dal Comune.

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  8. Neanche a farlo apposta..stanotte alle 0.30 stavano piantando due cartelli SPQR vicinissimi agli attraversamenti pedonali e ai semafori in Via Baldo degli Ubaldi angolo Viale degli Ammiragli.
    Ho immediatamente chiamato i vigili urbani ma so che al massimo avranno elevato 2 VAV.
    Oggi andrò a controllare, ma il senso di impotenza e di rabbia è enorme.
    Bisognerebbe buttarglieli giù più spesso e in quantità.
    La protervia criminale di queste "ditte" ormai ha preso definitivamente il controllo della città con la benedizione del Campidoglio e sinceramente penso che il danno fatto alla città è irreparabile.
    Che dite ce la faranno entro il 2013 ad arrivare a 500.000 cartelloni?

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  9. Il cartellone con la scritta APA ha anche sopra una scritta SPQR (ma senza il logo del comune).

    Chiedo all'arch. Bosi se secondo lui quello è un impianto dato in gestione all'APA o se la scritta SPQR è stata messa dall'APA in modo illegittimo per confondere le idee.

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  10. All'arch. Bosi e a tutti voi dico: ma quale "scarsità degli impianti
    destinati alla pubblica affissione presenti in quantità ben inferiore a quella minima di 18 metri quadri ogni mille abitanti fissata nell’art. 18, c. 3 del D.Lgs. 507/1993"?!?!!!!!

    MA VI SIETE FATTI UN GIRO IN UNA QUALSIASI CAPITALE EUROPEA?

    AVETE MAI VISTO TUTTI QUESTI CARTELLONI DEL COMUNE CON I MANIFESTI DEI POLITICI?

    NO, VERO?

    SOLO A ROMA C'E' UN NUMERO COSI' ALTO DI CARTELLONI DI PROPRIETA' COMUNALE, CHE TRA L'ALTRO NON SERVE A SCORAGGIARE LE AFFISSIONI ABUSIVE DI PARTITI POLITICI E SINDACATI, CHE UTILIZZANO SPESSO LE PLANCE SENZA PAGARE LA TASSA DI AFFISSIONE.

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  11. Invito Les ad andarsi a rileggere la "Indagine" pubblicata su questo Blog, da cui risulta oggettivamente che il Comune di Roma non utilizza del tutto la quantità massima concessa per legge, che é comunque inferiore di quella sfruttata dai comuni di Milano, Torino, Bologna e Genova.
    All'Incazzato nero faccio presente invece che in base al vigente Regolamento non é prevista l'installazione di nuovi impianti SPQR, che sempre la suddetta "Indagine" ha quantificato in 2167 ormai fissi sul territorio, le cui vecchie "concessioni" però sono entrate a far parte della procedura del riordino.
    Nell'ambito di tale procedura sono stati approntati i Modelli SPQR per la indicazione degli impianti di proprietà comunale concessi in locazione, per i quali é stato chiesto un rinnovo, che da voci autorevoli raccolte, ma non ancora ufficialmente confermate, é tuttora anche sfruttato per abbinarlo del tutto illecitamente agli accorpamenti con altri impianti di proprietà privata, di cui sono stati chiesti spostamenti avvenuti quasi sempre senza alcun controllo tecnico sulla loro ammissibilità.
    Si spiega anche così l'installazione ex novo di impianti promiscui, con la doppia cimasa, di cui non é più dato di sapere se la proprietà sia ancora del comune o invece della ditta pubblicitaria che ha "mischiato" impianti accorpati ed istallati in altri luoghi.
    Va detto inoltre che la scadenza del 1° quinquennio delle "concessioni" dei 2.167 impianti SPQR era stata prorogata al 31.12.2009 dalla Giunta Comunale con deliberazione n. 426 del 2.7.2004 e che per altri 5 anni, stando a quanto riportato alla pag. 16 sempre della suddetta "Indagine",sono stati rinnovate le "concessioni" di affittto soltanto di 453
    impianti di proprietà di Roma Capitale (SPQR).
    Ma il Servizio Affissioni sembra ignorare tutto questo e continua a farsi pagare illecitamenbte la locazione anche per i suoi impianti di cui non é stata rinnovata la "concessione" e di cui si potrebbe invece provvedere alla rimozione nel caso che risultino in contrasto con le prescrizioni del Codice della Strada.

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  12. Una domanda per l'architetto Bosi. Ma è normale che molti impianti Spqr (quelli di vecchio formato e installati anni addietro) siano privi di targhetta Nbd? Oppure tutti gli impianti presenti sul territorio romano (privati o spqr o in concessione) devono essere dotati di targhetta Nbd?
    Grazie
    Filippo

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  13. La Nuova Banca Dati (in sigla NBD) é stata creata dal dott. Francesco Paciello, come da lui stesso dichiarato, non per identificare "un’autorizzazione amministrativa bensì esclusivamente una posizione contabile e l’avvenuto censimento dell’impianto".
    La Banca Dati ha quindi solo una valenza di indicazione meramente fiscale, intesa però esclusivamente nel senso che vi sono registrati tutti quegli impianti per i quali é avvenuto comunque il pagamento, dal momento che non lascia distinguere chi ha pagato il CIP o il canone per la locazione degli impianti SPQR da chi ha invece pagato la indennità pari al CIP, perché ha autodenunciato un proprio impianto installato abusivamente.
    Sotto questo aspetto la Banca Dati non permette di sapere quali siano gli impianti installati abusivamente che sono da istruire per decidere sul loro destino e che in tal modo rimangono invece in eterno sul territorio.
    E' evidente che il Comune non può non sapere quali e quanti impianti ha sul territorio di Roma, che sono quindi tutti censiti, registrando in Banca Dati il numero di codice identificativo dei soggetti a cui li ha affittati: ne deriva che un impianto SPQR senza targhetta NBD attesta quanto meno un utilizzo illecito di un impianto comuqnue di proprietà del Comune, se non addirittura l'installazione abusiva di un impianto mascherato dalla cimasa SPQR per farne apparire una sua presunta "legittimazione".
    Anche per tali motivi nel testo della delibera di iniziativa popolare ho proposto la modifica della targhetta identificativa nel rispetto di quanto prescrive il Regolmento di attuazione del Codice della Strada, secondo il quale ogni targhetta dovrebbe riportare quanto meno il numero della autorizzazione dell'impianto e soprattutto la data della sua scadenza, considerato che la vita di un cartellone non può ssuoerare i 10 anni.

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