lunedì 29 settembre 2014

Se il Comune avrà più coraggio sui camion bar ci guadagneranno tutti: il decoro, i turisti, l'occupazione e gli stessi imprenditori del settore



Ricollocare su via di San Gregorio, su via Carlo Felice e sui Lungotevere urtisti, fiorai e camion bar sposta il problema, non lo risolve.

E'  vero che è meglio poter ammirare il Colosseo e i Fori senza l'orribile paccottiglia di souvenir e le pizzette rafferme. E' vero che questa amministrazione per la prima volta sembra voler affrontare il problema. Ma se non avrà più coraggio, tutti resteranno scontenti: cittadini e operatori.


Cosa fare allora per trasformare la questione da un problema ad una risorsa? L'esempio viene proprio dai cartelloni. Come i nostri lettori ben sanno, il Campidoglio ha deciso - su consiglio delle associazioni cittadine - di azzerare tutte le autorizzazioni attuali al prossimo 31 dicembre 2014 e mettere a gara l'intero settore. Per migliorare il mercato, favorire la concorrenza, rendere un servizio di qualità. Molte imprese che all'inizio protestavano o storcevano il naso, ora si stanno rendendo conto che per loro questa sarà una grossa opportunità.



Perché non fare la stessa cosa su camion bar e venditori di souvenir? In questi giorni sono comparse sulla stampa dichiarazioni incredibili di presunti operatori che vantano concessioni di 150 anni: "abbiamo licenze che neanche il duce riuscì a eliminare". E altre indiscrezioni, ancora più gravi, che ipotizzavano un indennizzo a chi dovrà essere spostato da un luogo all'altro. Come se questi signori fossero i padroni del territorio. Come se avessero un diritto divino di restare di fronte a quei monumenti. E nessun altro, mai potrà prendere il loro posto, innovare il servizio, inventare una nuova forma di ristorazione mobile. Davvero a Roma non è possibile?



La stessa famiglia Tredicine forse non ha compreso quanto si stia dando la zappa sui piedi, quanto stia perdendo la grande occasione di fare il salto di qualità: da bancarellari monopolisti poco amati dalla città a imprenditori che difendono il "made in Italy".

Esatto è proprio questa la chiave per cambiare: cibo di qualità, prodotti del territorio, filiera tutta a km-0.

La ricetta è semplice: portare a scadenza le concessioni dei camion bar. Metterle di nuovo a gara come prevede la direttiva Bolkestein. Assegnare delle postazioni ben definite. E far vincere chi propone il progetto più innovativo e di maggior qualità gastronomica, con prezzi calmierati.

Un mix che potrebbe essere vincente per gli stessi imprenditori, per gli stessi Tredicine che possono vantare un'esperienza unica nel settore e magari si potrebbero aggiudicare uno o più lotti.

Immaginate quale risonanza a livello mondiale avrebbe una cosa del genere dal punto di vista dell'immagine. Gli stranieri non potrebbero che dire: "A Roma si mangia bene ovunque, perfino nei chioschetti".  La produzione locale di formaggi, pane, ortaggi sarebbe incentivata, alimentando una filiera sana, di cibo biologico, di prodotti del territorio.

A sua volta si creerebbe a cascata nuova occupazione regolare e la concorrenza tra i diversi operatori porterebbe ad una gara sulla qualità e ad un controllo dei prezzi. Senza contare l'innovazione tecnologica con le nuove app che potrebbero indicare il camion bar più vicino, le offerte del giorno, il menù e i prezzi.

Il bar col logo di Roma all'aeroporto di Fiumicino

Il marchio "Roma" è così importante che perfino il comune ha istituito all'aeroporto di Fiumicino un bar dove si possono degustare prodotti della città eterna e acquistare magliette, cappellini e altri oggetti col logo della capitale. Un'attività di merchandising che dovrebbe essere oro per le imprese private (tipo camion bar o chioschi di souvenir) che invece preferiscono somministrare cibo scadente e vendere paccottiglia prodotta in Cina.



E' un sogno? Niente affatto! Per realizzarlo basta seguire l'esempio dei cartelloni. Per dare a Roma quello che merita: eccellenza gastronomica, fatta di Dop e Igp. Valorizzazione dei nostri marchi e della storia millenaria. L'unico modo per far sopravvivere questo disastrato Paese che si sta spegnendo giorno dopo giorno.

3 commenti:

  1. Parole sante! Come alla fine ci si è "riusciti" con i cartelloni si deve fare lo stesso con questo immondo suk. Ma ci rendiamo conto della bellezza che potrebbe acquisire la città senza il degrado di questi ambulanti/fioristi/camioncini?
    Già le edicole hanno subito un miglioramento da quando hanno sostituito le vecchie baracche ai nuovi chioschetti. Cambiamo questa città!

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  2. Se io avessi un camion bar lo renderei un posto unico, dove la gente la fila. Con panini gustosi e spremute fresche. E come venditore non terrei un bangladesh che non distingue l'acqua dalla sprite

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  3. CONTINUO A SEGNALARE 3 COLONNOTTI DIVELTI E CIRCONDATI DA ORRIDA RETE ARANCIONE SUL PERIMETRO DEL CIRCO MASSIMO LATO VIA DELL'ARA MASSIMA DI ERCOLE.

    INOLTRE OGGI ROTTO E CIRCONDATO DI ORRIDE TRANSENNE "PROVVISORIE" UNO DEI DUE CAPOLINEA DEI TRAM A PIAZZA VENEZIA.

    Mc Daemon

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