mercoledì 20 marzo 2013

Basta che un negozio sia vittima della crisi perchè un quartiere sprofondi nel degrado assoluto


Non è un film anni 70 sullo spaccio alla periferia di Johannesburg. E' la Roma di oggi, in un quartiere che fino a poco tempo era tenuto in maniera dignitosa.

La situazione dei portici di viale Sacco e Vanzetti, a Colli Aniene (V° Municipio) è precipitata dopo la chiusura delle due attività commerciali di abiti e casalinghi. Stroncati dalla crisi, hanno tirato giù le saracinesche. E in pochi mesi un intero isolato è diventato terra di nessuno.




La situazione ci è stata segnalata da alcuni abitanti: "Non ce la sentiamo più di uscire la sera. Da quando i negozi e gli uffici hanno chiuso qui non si può neache portare fuori il cane".

Il nostro sopralluogo conferma la denuncia di questi cittadini. L'abbandono è tale che le parole non possono descriverlo.


E ovviamente non sono solo i soliti teppisti con le loro scritte vomitevoli, ma grande colpa anche per l'incuria da parte di Municipio e Campidoglio su tutto il contesto.



Possibile che non si comprenda che è una vera emergenza sociale? Che una città ridotta così produrrà una generazione rovinata? Merita di essere il primo tema della prossima campagna elettorale?

5 commenti:

  1. Non è che forse il ragionamento è inverso, i negozi chiudono, perchè la gente non esce perchè il quartiere fa schifo. Comunque sia è un cane che si morde la coda.

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  2. Non sono d'accordo con l'anonimo delle 9.50. La presenza delle persone e delle attività rende i quartieri vivi e un pò meno degradati. Quando i negozi chiudono, le aree diventano dormitori. E tutto si sgretola rapidamente.

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  3. Leggo che in media in italia, per la crisi chiudono 1000 negozi e uffici al giorno. Se a Roma per ogni negozio chiuso dovesse ripetersi una situazione del genere, sarebbe da scappare a gambe levate.

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    1. Infatti è bene cominciare a scaldarsi le gambe

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  4. Notevole il Post odierno su alemanno di mobilitaroma.blogspot.com e notevolissimi i commenti. Da morire...

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