lunedì 5 agosto 2013

Qualcuno prova a rendere "normale" l'Università più grande d'Europa. Ma gli studenti dicono no



Quello che si apprende a scuola ci segna per tutta la vita. Gli studenti romani ne sanno qualcosa: cresciuti in scuole fatiscenti, piene di scritte sui muri, bagni sfasciati.

Quando passano all'Università l'ambiente non migliora. Nulla a che vedere con i campus americani, con gli edifici maestosi francesi, con il rigore tedesco. No! Da noi, l'Università è sudicia, i volantini fioccano come coriandoli, gli adesivi ricoprono ogni metro quadro, le auto in sosta selvaggia impediscono di passeggiare per le vie della cittadella della Sapienza. E' questa l'Università che vogliono le nostre matricole perché ad un provvedimento sacrosanto anti-degrado, hanno risposto un NO secco. "La prima cosa che faremo? Volantinare contro la restrizione dei volantinaggi", ha tuonato tale Lorenzo Pisoni, dell'UDU, una fantomatica organizzazione studentesca.

Ecco infatti gli adesivi dell'Udu come vengono usati all'interno della Sapienza

Loro ritengono che queste scene siano giuste, che questa sia libertà d'espressione.



Il rettorato si è reso conto che così non si può più andare avanti e ha ideato le cosiddette ronde antidegrado: impiegati, funzionari e dipendenti che cercano di arginare lo schifo costante tipico del panorama romano. "E' una vera emergenza - hanno dichiarato al Messaggero - perché ci sono zone che ormai sono terra di nessuno".

Ma loro, gli studenti, parlano di "un clima poliziesco di cui nessuno sentiva il bisogno".

Chi avrà ragione? Nel nostro giro nei viali di una Università deserta per le ferie estive, incontriamo un funzionario che ci racconta di centinaia di migliaia di euro spesi ogni anno per rendere "visibili" i muri delle segreterie. "Sono stati ripuliti la settimana scorsa - spiega - lo facciamo sempre durante le vacanze".

Guardate come sono ridotti dopo la pulizia. Immaginate prima!

L'ingresso della segreteria di scienze politiche
Il risultato della "libertà di espressione"

E' proprio vero che crescendo assorbiamo come spugne ciò che ci circonda. A Roma si vede molto bene!

D'altronde uscendo su piazzale Aldo Moro abbiamo provato in tutti i modi a fotografare la facciata razionalista ma c'era sempre un intruso ad impedircelo. Indovinate quale?




4 commenti:

  1. l'immagine del cartellone della camorra ad impedire la visuale dell'università è il simbolo di questa città irrecuperabile

    RispondiElimina
  2. Giovani degradati nella testa. Si oppongano alle pulizie in casa loro. Non in quella di tutti

    RispondiElimina
  3. Che bello sentire gli "studentessi" universitari parlare di clima poliziesco o fasssismo quando si vuole soltanto combattere il degrado, rispecchiano pienamente il romano medio che è in loro.
    Non se ne rendono ancora conto ma i giovani commie ormai si stanno avviando all'estinzione proprio come i partiti per i quali fanno il tifo.
    Potrebbero facilmente evitare volantini, adesivi e manifesti (eh già, attacchinano pure loro) aprendo un profilo Twitter o FB ma sanno che nessuno se li filerebbe, per questo continuano a sprecare carta (ma i soldi dove li prendono?).
    La stessa cosa comunque succede anche a Tor Vergata o Roma 3, anche qui quella fazione politica marca il territorio quasi in regime di monopolio, visto che l'altra fazione invece, scimpanzé a parte, è assente a livello universitario e non credo se ne senta la mancanza.

    RispondiElimina
  4. Esatto. Ricordo che Facebook è nato proprio come mezzo di scambio di informazioni all'interno di una università americana. Per non usare volantini o adesivi è stato inventato il social che ha cambiato un pezzo di mondo.

    RispondiElimina