Questa bella lettera pubblicata stamane da Paolo Conti nella sua rubrica sul Corriere della Sera, riassume in poche righe il dolore, l'amarezza e lo sconforto di chi ama Roma.
Sono sempre più numerosi i romani che non si arrendono e che vogliono cambiare. Grazie anche al lavoro dei blog che in questi anni non si sono risparmiati i cittadini stanno cambiando mentalità. E' per questo che oggi registriamo con tristezza la decisione di Malaroma - uno dei migliori - di sospendere le pubblicazioni. Sperando che ci ripensi, gli offriamo "spazio libero" per i suoi ottimi articoli su Bastacartelloni.it
La sua penna e il suo obiettivo fotografico non possono mancare nella Roma umiliate del 2013.
Una città occupata abusivamente dal sindaco Alemanno e dalla cricca Bordoni-Tredicine, che si ripresenterà compatta alle elezioni.
RispondiEliminaSpero che la gente reagisca al degrado diffuso in cui ci fanno vivere e abbandoni per sempre questi politici dediti solo agli affari personali.
Nel 2013 non è più immaginabile fare finta di niente, non vedere o accorgersi dell'immenso e pervasivo degrado che soffoca, opprime, invade ogni centimetro di strada, di marciapiede, di giardino e di palazzo - sia esso popolare o di pregio - di questa città, dal centro alla periferia, in perfetta e indistinguibile continuità, senza distinzione in quartieri di serie A o di serie B, ma solo un'immane, gigantesca serie Z.
RispondiEliminaRoma è la capitale più degradata al mondo perché la gente qui ha "disimparato" a rispettare il bene pubblico e tutti i cittadini - dal più ricco al più povero, dal più colto all'ignorante, dal politico allo spazzino - si comportano in maniera barbara e incivile appena escono fuori dalle quattro mura di casa. Il rispetto dello spazio comune, per il romano medio, non esiste più e forse non è mai esistito. Fuori dalla porta di casa, tutto è privo di valore sociale, d'importanza, di qualità estetica o ambientale.
Per un caso di schizofrenia culturale, i romani lodano la bellezza della propria città nel momento stesso in cui la sfregiano con modi e atteggiamenti ormai connaturati o per meglio dire "incancreniti": parcheggiare dove capita, buttare la sporcizia per terra (tanto c'è qualcuno che pulisce), scrivere sui muri, attaccare manifesti o annunci abusivi, addirittura installare cartelloni per ogni attività o negozio per un malinteso diritto alla pubblicità (spesso abusiva) che non esiste in alcuna città del mondo civile.
Poi, la confusione ingenerata nei decenni che ha portato a pensare i marciapiedi come un luogo tipico del commercio ambulante quando il banchetto su strada è solo un'eccezione regolatissima e limitata in ogni città o capitale d'Europa e d'America.
Solo a Roma si è deciso che non c'è un limite al numero di bancarelle, di cartelloni, di manifesti, di volantini, di parcheggio libero e quindi la strada serve appunto, solo a parcheggiare, a farsi pubblicità, a vendere occupando interi marciapiedi così la gente non sa più dove camminare. Ma che ce frega, è da sempre così, non si cambia, stiamo bene così, "se nun te sta bene te ne vai".
E' questa la città bella e accogliente che vorremmo? No, ma è difficile cambiare, perché alla maleducazione dei cittadini e delle istituzioni, si è aggiunta la precisa volontà di lucrare all'infinito sullo spazio pubblico e si è creata una vera e propria industria o economia del degrado che influenza e corrompe gli amministratori.
Sarà quindi compito del prossimo sindaco, cercare di opporsi a questo sistema d'interessi arroganti e illegittimi, se vuole riavere il controllo del territorio e riqualificarlo, secondo canoni e standard europei di vivibilità, gradevolezza e accessibilità. Noi del movimento antidegrado saremo vicini e solidali con chiunque metterà al primo posto la riconquista della civiltà e del decoro inteso come armonia, bellezza e socialità.