martedì 30 aprile 2013

Una città abbandonata a se stessa. I lettori dei giornali che "vedono" sono sempre di più

Questa bella lettera pubblicata stamane da Paolo Conti nella sua rubrica sul Corriere della Sera, riassume in poche righe il dolore, l'amarezza e lo sconforto di chi ama Roma.

Sono sempre più numerosi i romani che non si arrendono e che vogliono cambiare. Grazie anche al lavoro dei blog che in questi anni non si sono risparmiati i cittadini stanno cambiando mentalità. E' per questo che oggi registriamo con tristezza la decisione di Malaroma -  uno dei migliori - di sospendere le pubblicazioni. Sperando che ci ripensi, gli offriamo "spazio libero" per i suoi ottimi articoli su Bastacartelloni.it

La sua penna e il suo obiettivo fotografico non possono mancare nella Roma umiliate del 2013.

2 commenti:

  1. Una città occupata abusivamente dal sindaco Alemanno e dalla cricca Bordoni-Tredicine, che si ripresenterà compatta alle elezioni.
    Spero che la gente reagisca al degrado diffuso in cui ci fanno vivere e abbandoni per sempre questi politici dediti solo agli affari personali.

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  2. Nel 2013 non è più immaginabile fare finta di niente, non vedere o accorgersi dell'immenso e pervasivo degrado che soffoca, opprime, invade ogni centimetro di strada, di marciapiede, di giardino e di palazzo - sia esso popolare o di pregio - di questa città, dal centro alla periferia, in perfetta e indistinguibile continuità, senza distinzione in quartieri di serie A o di serie B, ma solo un'immane, gigantesca serie Z.

    Roma è la capitale più degradata al mondo perché la gente qui ha "disimparato" a rispettare il bene pubblico e tutti i cittadini - dal più ricco al più povero, dal più colto all'ignorante, dal politico allo spazzino - si comportano in maniera barbara e incivile appena escono fuori dalle quattro mura di casa. Il rispetto dello spazio comune, per il romano medio, non esiste più e forse non è mai esistito. Fuori dalla porta di casa, tutto è privo di valore sociale, d'importanza, di qualità estetica o ambientale.

    Per un caso di schizofrenia culturale, i romani lodano la bellezza della propria città nel momento stesso in cui la sfregiano con modi e atteggiamenti ormai connaturati o per meglio dire "incancreniti": parcheggiare dove capita, buttare la sporcizia per terra (tanto c'è qualcuno che pulisce), scrivere sui muri, attaccare manifesti o annunci abusivi, addirittura installare cartelloni per ogni attività o negozio per un malinteso diritto alla pubblicità (spesso abusiva) che non esiste in alcuna città del mondo civile.

    Poi, la confusione ingenerata nei decenni che ha portato a pensare i marciapiedi come un luogo tipico del commercio ambulante quando il banchetto su strada è solo un'eccezione regolatissima e limitata in ogni città o capitale d'Europa e d'America.

    Solo a Roma si è deciso che non c'è un limite al numero di bancarelle, di cartelloni, di manifesti, di volantini, di parcheggio libero e quindi la strada serve appunto, solo a parcheggiare, a farsi pubblicità, a vendere occupando interi marciapiedi così la gente non sa più dove camminare. Ma che ce frega, è da sempre così, non si cambia, stiamo bene così, "se nun te sta bene te ne vai".

    E' questa la città bella e accogliente che vorremmo? No, ma è difficile cambiare, perché alla maleducazione dei cittadini e delle istituzioni, si è aggiunta la precisa volontà di lucrare all'infinito sullo spazio pubblico e si è creata una vera e propria industria o economia del degrado che influenza e corrompe gli amministratori.

    Sarà quindi compito del prossimo sindaco, cercare di opporsi a questo sistema d'interessi arroganti e illegittimi, se vuole riavere il controllo del territorio e riqualificarlo, secondo canoni e standard europei di vivibilità, gradevolezza e accessibilità. Noi del movimento antidegrado saremo vicini e solidali con chiunque metterà al primo posto la riconquista della civiltà e del decoro inteso come armonia, bellezza e socialità.

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