mercoledì 19 giugno 2013

Ecco gli uomini che hanno affondato Alemanno (secondo Malaroma)

Da Malaroma riceviamo e volentieri pubblichiamo

L'ottimo netzine Noiroma pubblica un elenco degli uomini politici che, secondo il suo autore, hanno affondato Alemanno e il centro destra romano.
Credo però la lista meriti di una qualche integrazione.


  
Davide Bordoni, l'ideologo dell'economia del degrado. Colui in quale, davanti ad una città che si stava deformando sino a trasfigurare il suo profilo, causa una inarrestabile invasione di cartelloni, ebbe a dichiarare, in una memorabile intervista, il rassicurante messaggio: "C'è spazio per tutti". A nulla sono valse delibere popolari, migliaia di segnalazioni, denunce, azioni da parte di comitati e associazioni. La "mafia dei cartelloni" (parole di Alemanno!) ha continuato a proliferare indisturbata.
Sull'amministrazione Bordoni (vero sindaco in pectore della passata amministrazione) si potrebbero scrivere libri su come e perché non abbia posto mai un freno ad un commercio ambulante sempre più invasivo; imposto un piano regolatore che uniformasse e normasse l'orrendo outdoor delle attività del centro storico; disciplinato il monopolio della ristorazione ambulante tramite gara pubblica che potesse far entrare nuovi operatori di qualità; rivisto, in base anuovi parametri, le ridicolmente basse tariffe dell'occupazione di suolo pubblico. Insomma la lista potrebbe continuare per pagine e pagine, ma la vera unica realtà è che oggi Roma è una città irriconoscibile. Missione compiuta!




Giordano Tredicine: i giornali dicono che sia il rampollo della famiglia che gestisce tutta la ristorazione ambulante (gli ormai in-famosi camionbar), oltre che, in maniera diretta o indiretta, la quasi la totalità dell'ambulantato cittadino e - da come scopriamo recentemente - alcune attività del centro storico.
Un impero che i giornali stranieri non hanno esitato a definire la "mafia del gelato"
Giordano Tredicine nega ogni forma di interesse diretto con la famiglia di appartenenza, sicuro è che ci deve essere una certa sintonia dato che, nel luglio 2010, tentò di fare passare una delibera che avrebbe completamente tolto ogni forma di controllo su collocazione, numero complessivo e area di occupabilità degli ambulanti.
Una storia misteriosa fatta di firme non chiare e documenti passati sottobanco nel cuore della notte. La delibera fu poi bloccata causando un certo scandalo.
Al tempo, si disse che qualcuno avrebbe dovuto pagare.
Oggi Tredicine è capopogruppo PDL della uscente giunta capitolina. Una carriera politica fulminante che non si fermerà qui.
 

Marco Pomarci: Presidente della passata Assemblea Capitolina. Come la sua campagna di affissioni (spesso abusive) ricorda, non ha mancato un giorno di consiglio. Un "sempre presente" che non ha mai significato una parola in difesa dei cittadini, dei più deboli, del bene della città. Credo possa bastare.
 


Sveva Belviso: vicesindaco di Alemanno, sempre una parola attenta per chiunque viva un disagio al di fuori del raccordo anulare. Per i romani, invece (a parte una campagna elettorale fatta su cartelloni di ditte radiate e camion vela in divieto di sosta), mai nemmeno un pensiero.



Gianni Alemanno: e qui sono completamente d'accordo con l'ottimo Noi Roma. Un dirigente è sopratutto i collaboratori di cui si affianca e io vorrei ricordare, ad esempio del tutto, un solo episodio: di fronte a una città che affondava nel degrado e avrebbe necessitato di vero un Piano Marshall del decoro, il nostro ex Sindaco nominava Francesco Maria Orsi quale delegato comunale al Decoro urbano. Punto.

Nota finale: qualcuno avrà notato che tutti i nomi sopra riportati sono anche i mister e lady preferenze della entrante consiliatura.
La domanda nasce spontanea: chi può immaginare la più blanda forma di autentico rinnovamento del centro destra romano?

Malaroma


7 commenti:

  1. un'analisi perfetta, grande Malaroma!

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  2. ero di centrodestra ma dopo Berlusconi e alemanno non avranno mai più il mio voto e quello della mia famiglia. Il perché l'avete spiegato molto bene in questo articolo

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  3. Ci si circonda di propri pari o al massimo di inferiori. Solo i grandi scelgono l'eccellenza, e non sembra che Alemanno si sia distinto per le sue scelte illuminate. Se ha voluto intorno a sé personaggi del genere, è giusto che ne abbia pagato le conseguenze.
    Speriamo Marino capisca la lezione

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  4. La solita destra alle vongole, che condanna Roma (ed il paese tutto) a fare a meno di una componente fondamentale del gioco democratico.
    Finche' i leader della destra saranno gentaglia come l'ex-sindachetto o i vari galoppini di berlusconi (tacendo sul berlusca stesso, che ormai e' davvero indifendibile), coloro che si riconoscerebbero in una destra moderna sono destinati al meglio all'inconsistenza.
    Tanto lo sappiamo da chi hanno preso i voti individui come il biondino o il tredicino, vero?

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  5. Tra gli autori della disfatta alemanniana è doveroso citare anche gli autori dei vari blog antidegrado che in questi anni non si sono mai risparmiati nel denunciare le schifezze di questa amministrazione. Continate così

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  6. Analisi perfetta, concordo inoltre col commento di Roberto. Aledanno, che 5 anni fa era forse l'unico salvabile tra gli ex AN, aveva l'occasione storica di diventare il leader della destra italiana col benestare del nano, ed invece ha buttato al secchio l'occasione circondandosi di tutto tranne che di gente di destra seria, tant'è che i pochi seri sono stati allontanati (Croppi su tutti) o messi all'angolo (ad esempio il generale). Hanno preferito spolpare la città (del tipo "magnamose tutto adesso che prima che ritornamo ar governo passano 50 anni") invece di pianificare un'eventuale ascesa nazionale (come fanno di solito a sinistra coi vari Veltroni, Rutelli o Renzi).
    Quello che i giornali non dicono è che molti conservatori hanno rifiutato di turarsi il naso rivotandolo ed hanno preferito l'astensione, andando a creare un danno ai pochi presidenti di municipio seri come il povero Giannini che, al di là della parte politica, meritava la riconferma.
    La cosa più assurda è che sono anni che il nano aveva capito l'inettitudine del barese e spingeva per un altro candidato, ma questi hanno preferito ripresentarsi (tanto, come avete scritto voi, le preferenze ce le avevano in cassaforte) causando l'harakiri del comune e dei municipi.

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  7. Franco XIII° municipio20 giugno 2013 alle ore 11:14

    Sottoscrivo l'osservazione dell'anonimo precedente: se c'era un presidente di Municipio che meritava la riconferma era Daniele Giannini.
    Ho avuto modo di apprezzare personalmente la sua coerenza e capacità di ascolto. I contenuti del suo programma spiccatamente anti-degrado e la scelta "rivoluzionaria" di non appicciacare manifesti dovunque hanno dimostrato un coraggio molto raro tra i politici nostrani.
    Purtroppo ha pagato per colpe non sue.
    L'elettorato di centrodestra, deluso e schifato da 5 anni di mancate promesse e dall'esplosione di sporcizia e degrado in cui è precipitata la città, ha preferito non votare.
    Il suo successore Mancinelli ha promesso "decoro every day"...VEDREMO

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